Ci sono atmosfere che coccolano e ci accompagnano dolcemente in un profondo sonno rassicurante e rigenerante come, quando eravamo piccoli, il chiacchiericcio di mamma, zie e nonne in un giorno di festa che pian piano si affievoliva e ci chiudeva gli occhi facendoci soavemente addormentare sul divano.
Nell’ultimo viaggio in Grecia mi è capitata una di queste atmosfere.
Ero su un’isola e avevo trovato una camera sul mare da una anziana signora.
Amo dormire, ma lo faccio solitamente per il giusto numero di ore e anche nel weekend difficilmente mi sveglio dopo le 8. Quella sera avevo particolarmente sonno e quindi poco dopo le 20 ero praticamente già a letto.
Al mattino la finestra era aperta, la luce e il tepore del sole pervadevano la camera, si sentiva il solo leggerissimo rumore della risacca del mare calmo, e dalla terrazza il tic-tac dei ferri da maglia della signora che stava facendo una coperta di lana e contemporaneamente con la veletta nera sul capo recitava a voce bassa le preghiere del mattino interrompendo di tanto in tanto il lavoro per farsi i liturgici tre segni della croce.
Capivo che il sole era già alto ma quell’atmosfera magica mi impediva di aprire gli occhi e mi riaccompagnava ogni volta in un nuovo sonno profondissimo.
Alla fine mi decisi a guardare l’ora: “è mezzogiorno! Urka! Ho dormito 16 ore!“
Signori, però che bellezza, non ricordo il tempo di aver provato una tale sensazione di benessere!
La notte appena trascorsa a metà notte mi sono svegliato e stavo facendo fatica a riaddormentarmi, ho ripensato quindi a quell’atmosfera e ho ripreso un bel sonno fino al famigerato DRINNNN … Uff, è ora di andare al lavoro.
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