Ovvero Riflessioni sull’evoluzione delle fantasie erotiche femminili al tempo in cui la donna passa l’intera giornata in ufficio.
A letto i bambini (sì, anche se è pomeriggio).
C’era una volta la casalinga.
Frustrata, depressa, demotivata, insoddisfatta casalinga.
Passava la sua giornata tra cucina e bucato e non le pareva vero che un bel giorno, dopo averci buttato strenuamente e per giorni le peggio schifezze, finalmente le si intasasse il famoso tubo.
E chiamava l’idraulico.
Lui si presentava in jeanz e t-shirt slavata, strappata e stropicciata, e con i meglio muscoli che mente umana potesse immaginare.
E qui mi fermo che tanto tutti sapete dove si andava a finire.
Ma, e adesso? Ora che la donna passa l’intera giornata in ufficio ed a casa non c’è mai? Che quella volta che le si intasa il tubo tocca pure chiamare la vicina che venga ad aprire all’idraulico mentre lei è in ufficio?
Ora la donna si ingegna, ed è così che scova nuove categorie di maschi, diciamo così, eroticamente stimolanti.
Tipo, per dire, che un giorno non le funziona più il centralino. Deve proprio cambiarlo.
E chiama il tecnico.
Lui si presenta in jeanz e felpa slavata, pallido, sornione.
Le si infila sotto la scrivania per sostituire i cavi, la sfiora per provare il telefono, sorride allusivo mentre le spiega il funzionamento del voip. Poi, accidentalmente, le mostra il bicipite.
E la donna che passa l’intera giornata in ufficio, arrossendo, fantastica…
[nota a margine: il post è stato modificato rispetto all’originale perché si sa mai che qualche tecnico dei telefoni un giorno legga il mio blog…]
Vai articolo originale: http://www.lapaoly.net/2008/una-volta-era-idraulico/