In questi giorni si leggono moltissimi interventi favorevoli, contrari, di correzione e consiglio e altro ancora nei confronti delle scelte di politica economica di Monti su ogni blog e giornale di qualsiasi indirizzo politico e ideologico. E in ciascuno di questi articoli che fioccano quotidianamente si trovano indubbie verità spesso accompagnate da affrettate generalizzazioni e luoghi comuni che, seppur in buona fede e condivisibili, temo che agiscano semplicemente creando malcontento piuttosto che offrendo uno spunto costruttivo.
Le scelte prese dal Governo Monti sono frutto di menti preparate e competenti, ma pur sempre umane e quindi fallaci ed è ovvio e naturale che i provvedimenti presi in un momento di magra facciano drizzare i peli sulla testa a molti. Nel privato veniamo tutti impattati negativamente dai recenti provvedimenti, ma trovo che in un momento del genere sia impossibile giudicare con le misure che si usano nei periodi di benessere. La spesso usata immagine del medico che propone delle cure calza bene per questa situazione.
Finché non si hanno problemi di salute ogni prurito e pizzicore è un fastidio che si vuole evitare. Quando però ci si trova affetti da un grave male, i superficiali fastidi sono secondari, e se sono effetti collaterali della medicina allora sono addirittura bene accetti. Bisogna cambiare la prospettiva, applicare un diverso schema valoriale per superare questo momento di difficoltà.
Il principio che sta alla base, fondamentale, per la lettura dei recenti fatti politici ed istituzionali sta nel riconoscimento del bisogno come condizione che sospende il giudizio morale. Finché persistono bisogni e necessità che mettono a repentaglio la sopravvivenza, è irrazionale articolare valutazioni nell’ordine morale di ciò che è giusto o sbagliato, perché l’insufficienza del giudicante devierebbe la bontà del giudizio. Se a tutti pare ovvio che uccidere è sbagliato, quando si è un guerra con un nemico armato di fronte il giudizio cambia. Questo dilemma si pone a noi in questo momento in due forme. Da un lato c’è chi è in gravi difficoltà economiche e che dunque non sta a valutare cosa è bene e cosa è male per la collettività, perché, come è naturale che sia, si trova con impellenze ben più pressanti e vede solo ciò che gli manca alla sopravvivenza. Dall’altra abbiamo uno Stato prossimo al fallimento con enormi urgenze e scelte volte alla sopravvivenza, dove parole come destra e sinistra non hanno alcun senso, perché se non si prendono i provvedimenti necessari non ci sarà più né una destra né una sinistra. Quando c’è la necessità, non c’è né giusto né sbagliato. Non c’è spazio all’opinione di fronte all’urgenza. Ecco perché trovo legittimo un governo non democraticamente eletto.
Dobbiamo fare molta attenzione quando usiamo frasi estremiste come quelle di Grillo o della Lega perché annebbiano la vista. Adesso non è il momento di lamentarsi che non si hanno i soldi per costruire la piscina in giardino o che non ci sarà l’assalto ai negozi nei momenti dei saldi. Nell’estrema situazione in cui ci troviamo attualmente, dobbiamo solo evitare che ci sia gente che muore di fame. Tutto il resto crea solo rumore che distrae dal raggiungimento veloce della soluzione al problema.
Monti lo sa e lo dice apertamente. Tutti saranno colpiti dai provvedimenti. Tutti dovranno fare uno sforzo, sia che l’abbiano già fatto prima, sia che non l’abbiano ancora mai fatto. Trovo che solo quando si sarà raggiunto il traguardo -e sono abbastanza ottimista da pensare che possiamo raggiungerlo- potremo passare in rassegna ogni singola categoria di cittadini assegnare premi e punizioni, se proprio dobbiamo. La Lega, Grillo, l’Italia dei Valori, come pure sindacati e varie altre associazioni e lobby devono fare molta attenzione, perché nel loro lamentarsi trovano facilmente l’appoggio di chi non è capace a vedere oltre al proprio naso, e queste persone non sono poche, e hanno quindi un’enorme responsabilità se riuscissero nel loro intento di farsi i fattacci propri egoisticamente come hanno sempre fatto. Non è questo il momento delle battaglie personali.
[Nell’immagine “la Zattera della Medusa” di Gericault, preso da qui]
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