«Ora non si torna più indietro». Il sindaco Giampiero Cipani ha tirato un sospiro di sollievo dopo la sottoscrizione dell’accordo per il nuovo polo socio sanitario di Salò. Un obiettivo che Cipani ha rincorso con ostinazione per quattro mandati e che ieri ha raggiunto: restituire a Salò quel ruolo di riferimento comprensoriale per i servizi socio sanitari che la cittadina ha svolto per secoli e che stava inesorabilmente perdendo.
Ieri in municipio la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha firmato il protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione della nuova struttura territoriale socio-sanitaria, un accordo a quattro sottoscritto anche dal sindaco, dal direttore generale di Asst del Garda, Mario Alparone, e dal direttore generale Ats Brescia, Claudio Sileo.
Il progetto
A Cunettone, su un terreno di proprietà comunale che sarà ceduto in diritto di superficie ad Asst Garda per 50 anni, prorogabili di altri 50, sorgeranno la Casa della comunità e la Centrale operativa territoriale, strutture previste dalla nuova legge regionale che accorperanno i servizi sociosanitari oggi sparsi tra Salò e dintorni e li potenzieranno. È un’opera da 10,5 milioni di euro che sarà finanziata dalla Regione. «Questo accordo ha un grande valore – ha detto Letizia Moratti – perché sancisce la centralità del rapporto con i Comuni». Questo, del resto, è anche il senso di una riforma regionale che per la Moratti «porta vicino ai cittadini strutture riconoscibili, accessibili e funzionali, dove ricevere assistenza e aiuto nel momento opportuno. Fondamentale sarà l’apporto dei medici di medicina generale, che sono i veri protagonisti delle case della comunità, unitamente agli infermieri di famiglia e alle equipe specialistiche che garantiranno una presa in carico più qualificata».
La struttura sarà realizzata su un’area verde di 8.245 mq affacciata sulla Sp 572, di fronte alla cascina Valene. Poco importa se lì doveva sorgere il nuovo palasport. La salute prima di tutto, ha pensato l’Amministrazione. «La localizzazione è quella ottimale», dice il sindaco. «Comoda da raggiungere e di dimensioni adeguate», gli fa eco Sileo, che parla di «concretezza di Regione Lombardia per una svolta epocale sulla sanità territoriale» e di Salò, che sarà anche sede del Distretto, quindi «centrale nell’ambito organizzativo della sanità bresciana», come di un progetto pilota che «sarà un esempio del percorso che si intende fare».
Per Alparone l’operazione Salò «non si limita a razionalizzare ed accorpare i servizi, ma intende potenziarli: nella nuova struttura avranno ad esempio sede gli ambulatori dei medici di medicina generale, che saranno fondamentali per i percorsi di presa in carico, così come gli infermieri di famiglia, la direzione distrettuale e il Cot. Per i cittadini poter accedere ai servizi in modo semplice, in un unico punto, diventa garanzia di fruibilità». Il protocollo parla di 48 mesi per la realizzazione della struttura, ma Alparone accelera: «Certe cose dobbiamo farle subito. Da Regione abbiamo avuto un budget per 61 infermieri di famiglia, di cui 6 destinati a Salò. Stanno già lavorando sulla presa in carico di cronicità in ambito cardiologico ed ematologico».
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