Sto trascrivendo i commenti di Ben Zander alle sinfonie di Mahler e ho appena tradotto il pezzo in cui spiega il concetto di "rubato" presentandone due tipi. Nel primo il battito rimane stabile mentre la voce o il solista trattiene in ritardo il tempo e poi corre per recuperare quanto ha perso: tutto il rubato nel jazz è di questo tipo. Ascoltate Frank Sinatra o Billy Holiday per una resa perfetta di questo tipo di rubato.
Nella musica classica il rubato è molto spesso di un secondo tipo ed è quando il tempo viene momentaneamente sospeso o elasticizzato per dare tempo a un evento armonico o dinamico sorprendente, delizioso o scioccante che sia, di manifestarsi.
Le giornate qui sono tutte con il "rubato Mahleriano": si dilatano e si restringono, alcuni momenti durano tantissimo, altri passano in un baleno.
Mi alzo tardi dopo aver letto o ascoltato con calma della musica (ieri il DVD con le due sinfonie di Brahms dirette da Bernstein, possenti) e la mattina sembra durare più del normale ma poi velocemente arriva il pranzo e subito il momento di uscire a fare due passi e il tempo si dilata nuovamente. Incontriamo Alberto e Veronica alla Croda e i caffé diventano subito due e il racconto di un anno si prende il suo tempo.
Le chiacchiere da Pippo e Kiki, i preparativi per il cenone, il relax, la cena, la partita a carte con Giulio e Micaela: il pomeriggio e la sera sono un continuum di accelerazioni e lentezze, di allegria e silenzio.
E' mezzanotte e non me ne sono accorto. Volevo finire la trascrizione almeno della prima sinfonia ma il tempo è volato, però se ci ripenso è stato tutto così intenso che è sorprendente che ci sia stato tutto in una sola giornata.
Domani partiamo con i buoni propositi di alzarci presto… tanto il tempo è elastico.
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