Ritorno dei malanni autunnali: come affrontare virus parainfluenzali e Covid

Con l’inizio delle scuole e l’arrivo dell’autunno, malanni stagionali come febbre, raffreddore e tosse colpiscono non solo bambini e ragazzi, ma anche molti adulti. Nelle ultime settimane, in diverse aree del Bresciano, si è osservato un aumento significativo di assenze sia scolastiche che lavorative a causa di infezioni virali, comprese quelle parainfluenzali e i nuovi casi di Covid.

I medici di famiglia sono testimoni di questa ondata di contagi. Giovanni Gozio, medico con studio a Rezzato, sottolinea che la maggior parte dei pazienti affetti presenta sintomi lievi e pochi ricorrono al tampone: “Si tratta generalmente di febbre che dura un paio di giorni, e sono rari i casi con complicazioni polmonari”. Anche Angelo Rossi, presidente provinciale della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), conferma che il Covid, nelle forme attuali, si presenta come una sindrome influenzale.

Ciò che differenzia il Covid dagli altri virus stagionali, come osserva Gozio, sono sintomi come mal di gola intenso e cefalea. La febbre, che dura meno di 48 ore, coinvolge principalmente le alte vie respiratorie. La malattia viene gestita a casa senza gravi complicazioni: “Non è il virus aggressivo che conoscevamo fino al 2022”. Tuttavia, è fondamentale proteggere i soggetti più fragili, sia che abbiano contratto il Covid o un virus parainfluenzale. Le precauzioni anti-contagio, come l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani, restano misure consigliate. Gozio lamenta, però, come chi indossa la mascherina oggi venga spesso additato, un segno che, secondo lui, abbiamo perso un’importante lezione dalla pandemia.

Un altro aspetto critico è la diminuzione del numero di tamponi effettuati. Angelo Braga, medico di base a Villanuova sul Clisi, rileva che la percezione del Covid è cambiata, diventando quasi un tema tabù. “Per motivi ‘politici’, il Covid sembra non esistere più e parlarne è quasi vietato”, osserva, aggiungendo che sia lui che i suoi colleghi vedono ancora diversi casi. La differenza principale rispetto agli anni passati è che Ats e Asst non forniscono più tamponi gratuiti, costringendo i pazienti ad acquistarli in farmacia. I test fai da te, inoltre, vengono considerati poco attendibili.

I medici stanno sperando in un intervento della Regione per ripristinare la distribuzione gratuita dei tamponi almeno durante l’inverno, dato che attualmente solo i medici della continuità assistenziale ne dispongono.

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