Vengo a Sesto per votare e la strada, oltre che per piacevoli chiacchierate con Marina, è anche un'occasione per lasciare andare i pensieri: sono tanto abituato a questo percorso che è come se la macchina sapesse da sola cosa fare.
Pensavo al fatto di farmi 300+300 kilometri per fare come dice il Presidente Napolitano "il mio dovere" e di quanto, in fondo, mi senta migliore del nanetto che non perde occasione per svillanare il senso delle istituzioni.
Pensavo anche che condivido un post rilanciato da Mantellini e anche io sono convinto che in questa campagna referendaria si sia giocato in modo altamente emotivo, lontani dalla verità e che la partita si sia spostata dalla sostanza delle cose alla demagogia, demagogia che anche se viene da sinistra non significa che sia giusta.
Voterò sì convintissimo sul legittimo impedimento, abbastanza convinto sul nucleare, dubbioso sull'acqua perchè i principi che si intendono sostenere (di cui sono assolutamente convinto) in realtà non sono l'oggetto vero della domanda referendaria.
Mi hanno insegnato che quando si vota non si vota "si, però" ma è il momento binario, 1 o 0, pallina bianca o nera e il segnale che spero esca dall'urna deve essere forte e chiaro e allora che siano quattro sì.
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