Rifiuti stoccati a Prevalle: possibile svolta dopo 5 anni di stallo

Dopo cinque anni di stallo, la questione dei 3.000 metri cubi di rifiuti in plastica stoccati in un capannone di via Campi Grandi a Prevalle potrebbe finalmente vedere una svolta. Il Comune ha comunicato l’avvio di un procedimento per valutare lo sgombero a proprie spese, come indicato dalla sentenza del Tar del 26 luglio scorso. Tuttavia, la decisione ha aperto un dibattito sulla responsabilità finanziaria dell’intervento, stimato intorno al mezzo milione di euro.

La sentenza del Tar e le responsabilità del Comune
La sentenza del Tar ha ribaltato un’ordinanza comunale di messa in sicurezza, dando ragione ai privati e annullando il provvedimento. Il tribunale ha chiarito che, nonostante il sequestro dell’area, il Comune aveva la possibilità di procedere allo smaltimento dei rifiuti. Secondo il Tar, se i responsabili dell’abbandono dei rifiuti non provvedono, è compito del sindaco intervenire. Questo passaggio ha rafforzato la pressione su Palazzo Morani affinché avvii le operazioni di sgombero.

Le origini del problema
Lo stabile era stato sequestrato anni fa per attività di raccolta, recupero e smaltimento di rifiuti non autorizzati. Le società affittuarie dell’immobile, ora fallite o irreperibili, avevano superato i limiti autorizzati dalla Provincia, portando alla condanna dei responsabili. I proprietari del capannone, tuttavia, si considerano parte lesa, non essendo stati a conoscenza degli illeciti.

La posizione del sindaco
Il sindaco di Prevalle, Damiano Giustacchini, ha spiegato che la normativa prevede che, se i proprietari dell’immobile non erano consapevoli degli illeciti, non sono tenuti a sostenere le spese di sgombero. Tuttavia, Giustacchini ha dichiarato che il Comune non intende far ricadere i costi sulla collettività e ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato. “Abbiamo già approvato la variazione di bilancio per coprire le spese legali”, ha aggiunto il sindaco.

I proprietari chiedono risarcimenti
Nel frattempo, i proprietari del capannone, che dal 2019 non hanno accesso all’immobile, hanno presentato una diffida al Comune e ipotizzano per la prima volta una richiesta di risarcimento danni. Ermanno Bini Chiesa, rappresentante della famiglia proprietaria, ha sottolineato come, dopo 61 mesi di attesa e la sentenza del Tar, non si possa più ignorare la questione: “Siamo gli unici ad aver subito danni e ci aspettiamo un piano esecutivo di sgombero”.

I rischi legati ai rifiuti
La Provincia aveva già sollecitato il Comune di Prevalle nel 2022 ad avviare le procedure di smaltimento. Inoltre, nel maggio scorso, i Vigili del fuoco hanno evidenziato il rischio di incendio nell’area a causa della presenza dei rifiuti, un pericolo concreto che aumenta con il passare del tempo.

Vai articolo originale: https://www.bresciatomorrow.it/2024/10/06/rifiuti-stoccati-a-prevalle-possibile-svolta-dopo-5-anni-di-stallo/

Lascia un commento