Oggi compio gli anni, 58.
Sembrano tanti ma c'è un pezzo di me, quello "dentro il guscio" che non se ne accorge, lui pensa sempre di averne 24, quando mi sono sposato, quando ho fatto il militare, quando ho fatto l'assessore, quando ho cominciato a lavorare, quando ho piantato l'università, tutto nello stesso tempo e nello stesso tempo ho staccato la fune che mi legava all'ormeggio della vita.
Stasera suonavo con gl amici (che festa, con torta e prosecco!) e il tempo era come sospeso: è arrivata mezzanotte in un lampo e le due in un istante.
Quanti anni ho? Mi chiedevo venendo a casa: come faccio a dirlo? L'orologio si è fermato su 24, la mezzanotte della vita, sospesa tra lo ieri e il domani. Allora non mi chiedevo quanti anni avessi, ero così impegnato a vivere che non mi passava nemmeno per la testa di chiedermi una cosa del genere.
Quando chiesi a mia mamma, che ora di anni ne ha 91, quanti anni avesse, mi rispose "22", forse anche per lei gli anni delle decisioni importanti, c'era una guerra in corso, tutto era precario e il futuro incerto ma aveva una vita sua e un marito e che altro serviva? Sono certo che se ripetessi la richiesta oggi mi darebbe la medesima risposta perchè quell'orologio che abbiamo dentro si ferma a una certa data, a un certo tempo.
Non è un orologio guasto, non si ferma a caso, non per un colpo o un difetto. Si ferma a fissare un momento magico, a eternizzarlo, a farci ricordare in ogni momento la forza che avevamo quando siamo usciti dall'adolescenza, non ancora adulti ma di certo non bambocci.
I "bing" dei messaggi di auguri su Facebook rilanciati dal telefonino mi fanno compagnia, tintinnano l'abbraccio di tanti amici, di tanta gente a cui voglio bene e di altrettanti che ho incontrato lungo il cammino e che ancora mi sono affezionati. E' una compagnia che fa piacere ma che soprattutto fornisce una risposta sensata e tangibile alla domanda che qualcuno si fa: ne vale la pena?
Mai come in questi tempi di "placida determinazione" mi mancano gli amici che non ci sono più, Stefan, Gianpiero, mi mancano i nonni che non ho mai visto, mi manca mio padre a cui vorrei chiedere di cantarmi ancora una canzone accompagnandosi alla chitarra.
Quanti anni ho? Come faccio a misurare la vita? Ha più senso turbarsi nella consapevolezza del fatto che quelli che devono venire saranno certamente meno di quelli già trascorsi? o stupirsi della magia che ogni istante è lungo come tutti gli anni dell'universo? che lo sguardo di Marina raccoglie tutti i sorrisi che l'abbraccio dei miei figli è la somma di tutti gli abbracci.
Vorrei che lo scorrere del tempo rallentasse perchè ho ancora molte cose da fare e non potendo allungare il passo vorrei che la terra sotto i piedi ruotasse più velocemente per avvicinarmi alla meta in tempo.
Ho nipoti non nati da incontrare, paesi da vedere, amici da salutare prima che sia l'ultima volta, devo ancora suonare una suite, ho racconti da scrivere, musica da inventare, progetti a cui dare vita e reggere il dolore delle perdite che avrò.
Tutto può finire domani e sarei felice lo stesso, dispiaciuto certo perchè non è mai tempo di tornare a casa quando sei in festa, ma senza rimpianti o innervato di rancore.
Quando mi capita di assistere ad una messa mi chiedo che parole potrei dire condividendole pur non essendo credente: mi piace il "dacci oggi il nostro pane quotidiano" e il "liberaci dal male" ma mi piacciono anche "credo nella vita che verrà", nel senso che ci sono altre vite da vivere in modi a noi ignoti soprattutto perchè "credo nella vita eterna", nel suo manifestarsi in mille forme, nel suo prenderci e lasciarci, nell'eterno percorso verso la bellezza.
Quanti anni ho? Non so dirlo, ne compio 58 ma non ne possiedo nessuno.
Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2012/03/quanti-anni-ho.html