Il 6 marzo 2007 il giornale Bresciaoggi pubblicava questa mia Lettera al Direttore, sul tema del ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale, in particolare quando si tratta di parlare di bilancio.
Caro Direttore,
vorrei sottoporre a Lei e ai suoi lettori una riflessione sul ruolo politico che ha, o che, secondo me, dovrebbe avere, un Consiglio Comunale.
Ieri sera, 22 febbraio 2007, il Consiglio Comunale di San Felice del Benaco, di cui io sono membro come consigliere di minoranza, è stato chiamato ad esprimersi circa l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2007 e altre disposizioni a ciò strettamente connesse, relative all’addizionale IRPEF e alle aliquote sull’ICI.
La presentazione del bilancio di previsione 2007 era stata fatta in un consiglio comunale precedente, durante il quale non era stato però possibile dibattere in merito. Il consigliere delegato al bilancio si era in quella occasione limitata ad una presentazione tecnica, poco più articolata del dire quali fossero le previsioni di entrata e di uscita.
In sede di dibattito per l’approvazione io mi aspettavo qualche delucidazione in più relativamente alle scelte fatte, invece nulla.
Allora io ho espresso le mie motivazioni per il voto successivo, che sarebbe stato contrario.
Io avrei votato contro un bilancio del quale mi risultava impossibile comprendere la “progettualità” su cui si basa.
Se escludiamo infatti la parte rigida del bilancio, legata alle spese per far funzionare la macchina amministrativa, io ritengo che la parte restante del bilancio debba essere impostata rispondendo alla domanda “Quali sono le esigenze della nostra comunità e in che modo riteniamo opportuno farvi fronte?”.
Facciamo un esempio: San Felice del Benaco si definisce comune turistico. E per questo una parte consistente delle nostre risorse viene dedicata a questo settore, attraverso l’adesione alla Comunità del Garda e alla Riviera dei Castelli, nonché all’organizzazione di manifestazioni e iniziative di tipo turistico. Ma qual è il “disegno” che sta dietro tutto ciò? Quali sono gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere attraverso tali azioni? Rispondiamo realmente alle esigenze del settore turistico organizzando un calendario fittissimo di manifestazioni concentrate nei tre mesi estivi?
Ma ancora, se ci spostiamo in un altro settore, altrettanto importante, quello dei servizi sociali, quali sono i problemi sociali di un comune come il nostro? E questa amministrazione, ne è veramente consapevole e sta andando nella direzione del fornire una risposta a tali problemi? Io ho qualche perplessità, dal momento che nessuno dice nulla riguardo al disagio giovanile che emerge dai fatti di cronaca riportati anche dal Suo giornale, che ci mettono di fronte al fatto reale che la nostra frazione di Portese fosse centro di spaccio di sostanze stupefacenti, prima dell’intervento dei Carabinieri.
E cosa fa la nostra amministrazione? Organizza manifestazioni, dedica risorse ad un servizio di trasporto dei turisti dai campeggi verso gli altri comuni del Garda, in modo che possano andare alle feste, ai mercatini…
Io invitavo pertanto ad una riflessione su queste ed altre questioni, riconducibili in sintesi ad un discorso di progettualità per il futuro di San Felice del Benaco.
A fronte di queste mie riflessioni NESSUNO della maggioranza ha ritenuto di doversi esprimere, mentre si è dibattuto solo relativamente ad alcuni emendamenti proposti da altri consiglieri di minoranza che chiedevano tra l’altro un paio di servizi igienici in corrispondenza delle spiagge e della pista ciclabile, e di rivedere i costi dell’isola ecologica per lo smaltimento dei rifiuti.
Di fronte al silenzio assoluto sui temi da me sollevati, ho chiesto al Sindaco se io dovessi prendere atto del fatto che la discussione del bilancio si limitava al problema dei bagni e dell’isola ecologica.
E lui cosa mi ha risposto?
Le questioni che io avevo sollevato, come pure le questioni sollevate da un altro consigliere di minoranza, che invitava a riflettere sulle difficoltà economiche con le quali le famiglie si trovano a dover fare i conti anche per effetto delle scelte attuate dall’amministrazione comunale, tutte queste questioni erano, secondo il Sindaco, questioni di carattere POLITICO, alle quali quindi non riteneva di dover dare risposa in quella sede.
Confesso che questa sua posizione mi ha lasciata allibita.
Ma allora, se non dobbiamo parlare di scelte politiche, qual è il ruolo di un Consiglio Comunale? Quello di verificare che l’ufficio ragioneria abbia fatto bene i conti? Questo non è forse compito del revisore?
Io ho un’idea diversa sul ruolo che dovrebbe avere un amministratore e sul ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale.
Ma forse sono io che non capisco cosa sia la politica. Sono io che non riesco a cogliere lo spessore politico degli amministratori che abbiamo.
vorrei sottoporre a Lei e ai suoi lettori una riflessione sul ruolo politico che ha, o che, secondo me, dovrebbe avere, un Consiglio Comunale.
Ieri sera, 22 febbraio 2007, il Consiglio Comunale di San Felice del Benaco, di cui io sono membro come consigliere di minoranza, è stato chiamato ad esprimersi circa l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2007 e altre disposizioni a ciò strettamente connesse, relative all’addizionale IRPEF e alle aliquote sull’ICI.
La presentazione del bilancio di previsione 2007 era stata fatta in un consiglio comunale precedente, durante il quale non era stato però possibile dibattere in merito. Il consigliere delegato al bilancio si era in quella occasione limitata ad una presentazione tecnica, poco più articolata del dire quali fossero le previsioni di entrata e di uscita.
In sede di dibattito per l’approvazione io mi aspettavo qualche delucidazione in più relativamente alle scelte fatte, invece nulla.
Allora io ho espresso le mie motivazioni per il voto successivo, che sarebbe stato contrario.
Io avrei votato contro un bilancio del quale mi risultava impossibile comprendere la “progettualità” su cui si basa.
Se escludiamo infatti la parte rigida del bilancio, legata alle spese per far funzionare la macchina amministrativa, io ritengo che la parte restante del bilancio debba essere impostata rispondendo alla domanda “Quali sono le esigenze della nostra comunità e in che modo riteniamo opportuno farvi fronte?”.
Facciamo un esempio: San Felice del Benaco si definisce comune turistico. E per questo una parte consistente delle nostre risorse viene dedicata a questo settore, attraverso l’adesione alla Comunità del Garda e alla Riviera dei Castelli, nonché all’organizzazione di manifestazioni e iniziative di tipo turistico. Ma qual è il “disegno” che sta dietro tutto ciò? Quali sono gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere attraverso tali azioni? Rispondiamo realmente alle esigenze del settore turistico organizzando un calendario fittissimo di manifestazioni concentrate nei tre mesi estivi?
Ma ancora, se ci spostiamo in un altro settore, altrettanto importante, quello dei servizi sociali, quali sono i problemi sociali di un comune come il nostro? E questa amministrazione, ne è veramente consapevole e sta andando nella direzione del fornire una risposta a tali problemi? Io ho qualche perplessità, dal momento che nessuno dice nulla riguardo al disagio giovanile che emerge dai fatti di cronaca riportati anche dal Suo giornale, che ci mettono di fronte al fatto reale che la nostra frazione di Portese fosse centro di spaccio di sostanze stupefacenti, prima dell’intervento dei Carabinieri.
E cosa fa la nostra amministrazione? Organizza manifestazioni, dedica risorse ad un servizio di trasporto dei turisti dai campeggi verso gli altri comuni del Garda, in modo che possano andare alle feste, ai mercatini…
Io invitavo pertanto ad una riflessione su queste ed altre questioni, riconducibili in sintesi ad un discorso di progettualità per il futuro di San Felice del Benaco.
A fronte di queste mie riflessioni NESSUNO della maggioranza ha ritenuto di doversi esprimere, mentre si è dibattuto solo relativamente ad alcuni emendamenti proposti da altri consiglieri di minoranza che chiedevano tra l’altro un paio di servizi igienici in corrispondenza delle spiagge e della pista ciclabile, e di rivedere i costi dell’isola ecologica per lo smaltimento dei rifiuti.
Di fronte al silenzio assoluto sui temi da me sollevati, ho chiesto al Sindaco se io dovessi prendere atto del fatto che la discussione del bilancio si limitava al problema dei bagni e dell’isola ecologica.
E lui cosa mi ha risposto?
Le questioni che io avevo sollevato, come pure le questioni sollevate da un altro consigliere di minoranza, che invitava a riflettere sulle difficoltà economiche con le quali le famiglie si trovano a dover fare i conti anche per effetto delle scelte attuate dall’amministrazione comunale, tutte queste questioni erano, secondo il Sindaco, questioni di carattere POLITICO, alle quali quindi non riteneva di dover dare risposa in quella sede.
Confesso che questa sua posizione mi ha lasciata allibita.
Ma allora, se non dobbiamo parlare di scelte politiche, qual è il ruolo di un Consiglio Comunale? Quello di verificare che l’ufficio ragioneria abbia fatto bene i conti? Questo non è forse compito del revisore?
Io ho un’idea diversa sul ruolo che dovrebbe avere un amministratore e sul ruolo che dovrebbe avere un Consiglio Comunale.
Ma forse sono io che non capisco cosa sia la politica. Sono io che non riesco a cogliere lo spessore politico degli amministratori che abbiamo.
Michela Tiboni
Consigliere comunale DS
San Felice del Benaco
Vai articolo originale: http://cambiamoinsieme.blogspot.com/2007/08/quali-compiti-per-un-consiglio-comunale.html