Mi si è esaurita la vena culinaria. Da un po’, devo dire. Ma se da tempo scarseggiava, si presentava come un rigagnolo, adesso sono proprio in secca di brutto. Ispirazione zero, voglia zero. Era una delle mie passioni, era bello comunicare con i sapori, mi facevo anche perdonare le carenze di casalinga: sì amore, d’inverno stiro solo i polsini ed i colletti delle camicie, che tanto si vedono solo quelli… ma hai sentito che profumino? E lo so che al cambio di stagione a metà mattina ti vorresti togliere il maglione e non puoi, ma non sei contento che ti ho preparato un buon tacchino col curry ed i carciofi? Il bello è che funzionava anche… Facevo la spesa coniugando mentalmente i sapori, ero avida di nuovi gusti ed aromi, persino il frigo semi-vuoto non era desolante, era invece una sfida e ne tiravo fuori esperimenti sorprendenti – in positivo! Oramai da quando ci sono le bambine, che devono mangiare presto e le cui papille accettano solo una gamma estremamente limitata, cucinare non è certo più stimolante – per poi dover RIcucinare qualcosa di teoricamente di più sfizioso, un’ora dopo… Per un po’ ho avuto l’alibi che il maritino rientrava ad orari sempre diversi ed io come potevo prevedere i suoi movimenti, sia al momento della spesa, che della cucina, quindi quando rientrava si arrangiava come poteva con quel che si trovava in frigo… Io ovviamente nel frattempo io avevo cenato con i resti della cena scialba delle figlie, come tutte le madri che si rispettino. Non che fosse una gioia assoluta, ma avevo le mie ragioni pratiche. Ora il maritino torna ad orari piuttosto regolari – certo, c’è la menata che all’ora in cui potremmo sederci a cena bisogna mettere a letto le bambine, ma con un po’ di organizzazione potrei gestire una cena calda ed appetitosa, almeno un paio di volte la settimana… minimo, direte… Fattostà che guardo il solito frigo, molto meglio rifornito di tanti squallori degli anni passati, che mi hanno comunque permesso di mettere insieme un buon piatto, e… Niente. Nada. Zero. Zip. Non so che c*** preparare. Per non parlare della tristezza della spesa.
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Sorprendentemente a Bruxelles c’erano un’infinità di sapori in più tra i quali scegliere: ok, le verdure sapevano di acqua perlopiù, ma mica poi tutte, e c’erano spezie, noodles, ingredienti provenienti dai paesi del nord e da quelli esotici: ci credete che fare la spesa là era di maggior ispirazione, rispetto ai gustosissimi, ma limitati, ingredienti della buona tavola italica? Per non parlare dei programmi di cucina della BBC: ebbene sì, sono riuscita ad imparare a cucinare persino dagli Inglesi!!!! I nostri chef televisivi vi assicuro che non reggono neanche vagamente il confronto, anche solo con i concorrenti di Ready Steady Cook, dove si preparano i piatti in 20 minuti, un po’ come alla Prova del Cuoco… dovrei dire… ma no, invece non ci siamo, ma nemmeno in lontananza, col binocolo che guarda attraverso un telescopio! Insomma: manco di ispirazione e, peggio, tutto quello che ho imparato mi sembra di averlo dimenticato. Ho il cervello culinariamente in corto-circuito (beh, non solo culinariamente, ok, ma intanto concentriamoci su quello!). Mi serve aiuto. Mi serve l’input. Devo uscire dall’empasse, sennò mi tocca diventare una brava casalinga e la cosa ha la stessa probabilità che far atterrare il mio sputo sulla luna! E non buttatela in vacca suggerendomi di concentrarmi su altre stanze della casa, perchè non è quello il punto!! Non voglio solo evitare le giuste lamentele del marito, vorrei riappropriarmi del mio talento e della mia fantasia in cucina. Mi manca. Mi piacevo brava cuoca…
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