Con i 2 miliardi di dotazione del settennio 2021-2027, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) è uno strumento preziosissimo per realizzare gli obiettivi di ricerca, competitività e crescita sostenibile della Lombardia.
Da questa consapevolezza parte il lavoro della Regione Lombardia, illustrato dall’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione, durante il convegno ‘Energia, Sviluppo e Innovazione: i nuovi orizzonti europei per la Lombardia del Futuro’ che ha chiuso il tour fra le province voluto proprio per presentare le nuove possibilità e per provare a stimolare il territorio a fare ancora meglio della scorsa programmazione di cui hanno beneficiato oltre 25.000 imprese ed enti attivando progetti del valore di oltre 1,8 miliardi di euro (risorse pubbliche e private).
Programmare e usare bene le risorse
“Programmare e usare bene queste risorse – ha detto l’assessore – è una responsabilità importante. Il nuovo Fesr è il terzo fondo attivo sul territorio regionale, subito dopo PNRR e Legge 9 (Piano Lombardia), che sono gli strumenti straordinari con cui si è voluto far fronte alle conseguenze della crisi pandemica. Il FESR non è un fondo straordinario, ma uno strumento strutturale e ciclico. Uno degli obiettivi centrali della nostra programmazione, infatti, è proprio dare continuità a quanto è stato avviato negli scorsi anni con i fondi straordinari. Questi, infatti, non devono ‘drogare’ il sistema, ma mettere le basi di una crescita capace poi di persistere nel tempo”.
Già attivi bandi per oltre 700 milioni
Ad oggi risultano già attivati bandi per oltre 700 milioni di euro. Numerose sono però le iniziative già in rampa di lancio. Fra queste ‘Collabora e Innova’ che prevede 100 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale realizzati in partenariato tra imprese e organismi di ricerca, comprese Università.
La seconda misura prevede uno stanziamento di circa 40 milioni di euro, finalizzati a potenziare le infrastrutture di ricerca dedicate al trasferimento tecnologico.
Allo studio misura ad hoc per gli Irccs
“Un percorso completamente nuovo – ha sottolineato l’assessore – è quello che abbiamo avviato con le Università. Lo stesso dedicheremo anche agli IRCCS, una delle eccellenza della Lombardia e che hanno una vocazione specifica alle scienze della vita. Il percorso nasce dalla consapevolezza che abbiamo uno straordinario valore di ricerca. Che però ancora fatica ad arrivare al mercato, quindi a brevettare, a vedere la nascita di start up, a raccogliere finanziamenti dal mercato. Vogliamo quindi intervenire su questo specifico obiettivo, fortemente condiviso dagli stakeholder”.
Le competenze, una nuova sfida per il 2024
Un’ulteriore misura in cantiere per il 2024 è quella relativa alle ‘Competenze’. Per affrontare le grandi sfide della trasformazione digitale e green occorre infatti intervenire anche sul fronte della qualità e della formazione del capitale umano.
“I temi su cui sarà possibile intervenire e in cui le competenze hanno un valore strategico – ha concluso l’assessore – sono dunque molteplici. Penso anzitutto al deep tech, cioè tutte quelle tecnologie che richiedono attività ad alta intensità di ricerca e sviluppo, basate su concrete innovazioni ingegneristiche o progressi e scoperte scientifiche”.
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