Leggo i commenti ai risultati delle primarie e faccio fatica a condividere molte delle cose che leggo: "il PD perde" se la gente vota un candidato diverso da quello proposto, "aria di crisi", "accusa di brogli", "noi andiamo avanti lo stesso" (ovvero non mi interessa cosa ha scelto la gente, perchè come la capisco io non la capisce nessuno, nemmeno lei stessa).
Anche a Desenzano, con altri toni e temi, non mancano le diatribe e mi pare si perda di vista il senso della cosa: una organizzazione chiama i propri aderenti a scegliere i candidati e ne deve rispettare le scelte.
Il candidato perdente si indigna ed esce sbattendo la porta? Meglio così: pensate cosa sarebbe stato come sindaco!
Le primarie di partito o di coalizione? Se una coalizione esiste è un buon modo, ma se non esiste nei fatti, nelle relazioni intessute con pazienza e con vera volontà di vedere il senso comune di un progetto, perchè farle? Pensando forse che la gente "tanto non se ne accorge"?
Delle primarie non mi piace il sottile populismo che ricorre alla "sovranità popolare" per nascondere in realtà una incapacità di fare scelte e di assumere responsabilità e decisioni, dimenticando che democrazia non è solo votare: è prima di tutto dare gli strumenti per comprendere (e impegnarsi a comprendere) per partecipare alla formazione delle decisioni.
La "gente" lincerebbe volentiri l'efferato assassino, non farebbe sacrifici, non accetta facilmente i vincoli al territorio se il terreno è il suo, non vuole discariche, non vuole TAV, non vuole fatica (banalizzo e generalizzo, lo so) ma il punto è che è proprio perchè dobbiamo scegliere le persone migliori per guidarci nel cammino verso il futuro che dobbiamo fare di tutto per scegliere bene.
Luca Sofri lo dice bene nel suo libro: dopo una politica di "padri fondatori", si sono scelte persone mediocri, incapaci, disoneste, per evitare il rischio di doversi confrontare con chi è meglio di noi, chi vede lontano e, dato che temo di non capire e temo che "mi freghi", meglio uno stupidotto che però posso controllare. Ma così non andiamo da nessuna parte.
E allora viva il Presidente Napolitano che si assume la responsabilità di trovare la persona giusta nel momento cruciale e viva i partiti che lo sostengono facendo prevalere il bene comune sull'interesse di parte.
Rispetto al populismo di chi si nasconde dietro al "civismo" (magari quello stesso frozitaliota o leghista che fino a ieri ha fatto disastri per semplice imbecillità) evviva i partiti!
Meglio il PD che "perde" aprendosi alle primarie rispetto a chi si autocandida investito da un "la gente mi ama" che nessuno ha sancito.
Io non voto a Desenzano ma (tra i tanti di cui si parla perchè per presentare una lista bisogna trovare poi i candidati, raccogliere le firma, darsi da fare, andare in giro….. una fatica!!!) almeno due candidati positivi ci sono: Rosa Leso scelta dal PD con le primarie, Annamaria Damiano, indicata da una coalizione di Sel, Idv e un movimento giovanile locale senza che abbiano fatto delle primarie ma assumendosi la responsabilità della scelta ed entrambi mi sembrano percorsi validissimi a cui gli elettori daranno il giudizio finale con il loro voto.
Non mi aspetto (come lo sconsolato Fuggetta auspicava) che ci sia lo spirito delle primarie USA che hanno un paio di secoli di storia e prassi, in cui il perdente stringe la mano al vincitore e subito dopo corre per la vittoria della "squadra".
Non mi appartiene la cultura del piagnisteo tanto cara alla sinistra che non perde occasione per litigare e vivere di sottili distinguo, e che ogni volta che dice "bisogna fare chiarezza" in realtà incasina le cose.
Non sopporto i perdenti a priori, i perenni minoritari che si candidano solo per contarsi, che non cercano di far vincere un'idea ma solo di far perdere quella degli altri e che quando scoprono che gli elettori li hanno "premiati" facendoli perdere (come appunto desideravano) si lamentano perchè hanno perso. Un tedesco farebbe fatica a capire la contorsione tutta bizantina.
Candidarsi a dirigere un comune, una città è una grande responsabilità (di questi tempi poi!) e con tutti i limiti continuo a preferirle sapendo che non sono il modo migliore per scegliere il candidato ma sono un modo che presuppone un modello di governo successivo: se vengo eletto facendo ricorso alle primarie ma poi amministro senza più ascoltare la gente… non mi rieleggeranno perchè si accorgeranno della strumentalità (due sindaci di sinistra non rieletti a Desenzano dovrebbero essere sufficienti a capire la lezione).
Le primarie sono come i social networks: se scegli di usarli sono una promessa unilaterale che continuerai a utilizzarli per dialogare, per spiegare, non è detto che farai cosa ti dicono, ma ascolterai attentamente e deciderai assumendoti la responsabilità delle tue. Se non sei pronto a farlo lascia perdere e non arrabbiarti se altri vinceranno al posto tuo.
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