povero il mio paese

Vabbè pensavo di averne viste durante la mia breve vita ma quello che è accaduto nelle utlime settimane ha del paradossale.

La Corte Costituzionale ha riconosciuto l’illegittimità del "Lodo Alfano". Di tutta questa storia la cosa che più mi ha indignato è stata la telefonata del Primo Ministro Silvio Berlusconi alla trasmissione a Porta a Porta condotta dal dott.r Vespa. In questa telefonata Berlusconi ha spiegato perchè se l’era presa con il Presidente della Repubblica.

Il Presidente Napolitano sarebbe reo di non assere intervenuto presso alcuni membri della Consulta.

Secondo Berlusconi il Presidente Napolitano poteve far  pressione verso almeno due membri della Consulta per avere il voto favorevole al Lodo.

Ecco è questa la cosa, secondo me, più grave. Evidentemente il sig. Berlusconi è abituato così.Quando ha qualche questione ida risolvere basta alzare la cornetta e chiedere al giudice una sentenza a lui favorevole. Il favore contro le Leggi.
Non sono in grado di dire se la senteza della Corte Costituzionale è tecnicamente corretta o meno. Ma non è questo il punto. Il punto sono le spiegazioni con cui una parte del Parlamento critica questa sentenza: Nulla. Praticamente nulla. Nessun contro-riscontro tecnico. Solo mancate telefonate del Presidente della Repubblica e poco altro.

Per certe affermazioni (quelle sul Presidente Napolitano e le offese gratuite all’On. Bindi), in un paese normale un Primo Ministro si dimeterebbe subito. Basta leggere le cronache europee per capire per quanto poco si inguaiano Primi MInistri, ministri, onorevoli e capi di partito.
In Italia niente. Nessuno che abbia il coraggio di indignarsi. Nessun elettore di destra che senta la necessità di rimettere in discussione questa leadership.

Tutto normale, tutto ok!

E no, porcavacca, non è tutto normale. C’è da incavolarsi. C’è da mandare al diavolo certe persone.

Quella sera ho sofferto, veramente. Ho pensato a questo mio povero Paese. Ho pensato a quanto miserabile è il futuro politico di questa mia Italia.

Ma a tirarmi su ci ha pensato il buon Giulio Tremonti

La mobilità non è un valore,il posto fisso è la base per progetti di vita

E aggiunge:

A imporre forme di lavoro più flessibili è stata la globalizzazione che non ha trasformato il quantum di lavoro ma la qualità di lavoro, passato da fisso a mobile.

Mi è quindi venuto da pensare:

  1. Il Compagno Tremonti, il redento, sconfessa in meno di due secondi la politica del lavoro che la destra ha attuato negli ultimi dieci anni.
  2. Il Compagno Tremonti, il redento,  visto il fallimento della politica del lavoro della Destra dovrebbe trarre le dovute conclusioni (dimissioni?, fallimento?)
  3. Avevano ragione quei NoGlobal che affermavano che la Globalizzazione doveva essere plasmata attorno all’individuo e non attorno al mercato con le sue (false) regole

Mentre Tremonti affermava quanto sopra, la sua maggioranza votava un provvedimento che mette sulla strada migliaia di lavoratori della scuola. Coerenza.

Aggiungerei una cosina. Non volermene.

Il Compagno Tremonti, il redento, accompagnato da Iddu dovrebbe recarsi sulla tomba di Marco Biagi per chiedere scusa.

Chiedere scusa per aver usato il suo nome per una ignobile legge (la legge 30) che della flessibilità (e quindi non del posto fisso) ne ha fatto la bandiera. Solo per pura curiosità prova a leggere quanto scritto da wikipedia sulla legge Biagi.

Hanno pure usato la memoria di un uomo ammazzato da dei terroristi per far credere, sull’onda dell’emozione, che era una buona legge ispirata proprio da Biagi.

E anche qui niente.  Nessuno degli elettori della destra che senta la necessità di dire qualcosa.

Che dire? andiamo avanti e vediamo dove riescono ad arrivare.

Povero il mio Paese.

Vai articolo originale: http://www.simonezuin.it/wordpress/?p=1122

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