Fuori dal tempio della cultura o fuori dal tempio del divertimento, la sintesi non è differente: i giovanissimi andranno a votare alle elezioni politiche, sono per la stragrande maggioranza ancora molto indecisi, la campagna elettorale è di una noia mortale ed è bravo chi ci capisce qualcosa.
Del se vogliamo minuscolo campione di ventenni intercettati tra la biblioteca comunale di Desenzano e le porte della movida del basso lago, solo un ragazzo si è detto convinto della preferenza che accorderà quando andrà alle urne: Pietro, 22 anni, sa bene per chi votare e, anzi, «mi sto anche spendendo tra amici e familiari per far passare le mie idee».
EMBED [Leggi anche]Perché, altra ferma convinzione di Pietro, «non interessarsi alla politica è controproducente, la politica in un modo o nell’altro si interessa a te». Pietro è l’eccezione, tutti gli altri ventenni intervistati nei giorni scorsi (circa una trentina) sembrano non essere ancora convinti. Solo un altro ragazzo, Matteo di 24 anni, si è detto piuttosto orientato, ma non del tutto certo: «Ho un’idea di cosa voterò, ma prima di andare alle urne dovrò informarmi ancora» ha spiegato. Per gli altri, è il buio: «Sinceramente non so bene chi scegliere – confessa il 21enne Luca, sentito appena prima di scendere al Lido di Padenghe -, alla fine credo che voterò il meno peggio».
Perché il problema per i ragazzi è proprio questo: «Nonostante mi sia informato – riconosce Edward, 19enne pronto a cominciare l’avventura universitaria – sto andando per esclusione, ma non mi convince nessuno». Un rebus tale da spingere qualcuno a meditare sul fatto di non andarci proprio, a votare: «Sono indeciso – ha confessato il 23enne Giovanni – perché ho paura che il mio voto non serva a nulla». Tra gli intervistati questo ragazzo è stato il solo ad arrivare a una (semi) conclusione così amara. Tutti gli altri sono assolutamente determinati ad andare a votare: «È molto importante – citando la 29enne Giulia -: tante persone sono morte per garantirci questo diritto, per cui è nostro dovere farlo».
E la campagna elettorale, sta aiutando a prendere una direzione? «Per niente – spiega Giovanna, 22 anni -. È difficile seguire e confrontare le varie proposte, per non parlare del sistema elettorale: non sono ancora riuscita a capire come funzioni di preciso». Come lei, praticamente tutti gli altri. Sembrano poi parlare all’unisono, i ragazzi, quando si chiede loro quali dovrebbero essere le priorità: la profonda revisione sia del sistema dell’istruzione, sia del mercato del lavoro, oltre che l’ambiente e la sua tutela.
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