Pisogne: donna ritratta in aula le accuse di maltrattamenti contro il marito

Il processo in corso a Pisogne ha subito una svolta inaspettata quando la donna, che aveva precedentemente denunciato il marito per maltrattamenti e minacce di morte, ha ritrattato le sue dichiarazioni in aula. La donna, una cittadina bosniaca, aveva raccontato ai carabinieri di essere stata vittima di violenze fisiche e psicologiche per tre anni, accusando il marito di averla costretta a subire rapporti sessuali e di averla minacciata. A seguito delle sue accuse, l’uomo, di origine croata, era stato allontanato dalla casa di famiglia per sette mesi, con il divieto di avvicinarsi alla moglie e alla figlia.

Tuttavia, durante la testimonianza davanti al giudice, la donna ha cambiato versione: “Mi sono inventata tutto, ero arrabbiata con lui”, ha affermato. Ha spiegato che la rabbia era nata dopo che il marito le aveva dato una testata in faccia durante una lite davanti alla figlia, alla fine di dicembre 2023. Ha negato tutte le accuse precedenti, sostenendo che si trattasse di una reazione sproporzionata all’episodio di violenza.

Il marito, che attualmente vive in un furgone dopo l’allontanamento forzato, ha ammesso la testata ma ha negato di averla mai maltrattata o costretta ad avere rapporti sessuali. “Avevamo solo liti normali, non capisco perché lo abbia fatto”, ha dichiarato.

Secondo il pubblico ministero, la ritrattazione potrebbe essere dovuta al fatto che, nonostante il divieto di contatti, la coppia avrebbe continuato a comunicare tramite videochiamate, come ammesso da entrambi. Il processo è stato aggiornato al 1° ottobre, quando verranno ascoltati gli ultimi testimoni.

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