“Certi
ricordi bastano a profumare un’anima per sempre”.
È
questo il motto (dannunziano) che sceglie Peter Brunel per
accompagnare il visitatore (o meglio sperimentatore) nel suo
meraviglioso angolo di bellezza ma soprattutto di gusto.
Molto più di un ristorante, molto più di un buon piatto da gustare. Un’esperienza al Peter Brunel – Ristorante Gourmet è una piacevole sensazione che rimane impressa per molto tempo, come quelle emozioni “di pancia” che promettono di coccolare a lungo.
Lo
chef
stellato Peter Brunel
ha scelto di ritornare nel “suo” Trentino dopo un lungo periodo
trascorso nelle cucine italiane e francesi, e dall’esperienza
fiorentina (dove ha espresso il suo estro in qualità
di
executive chef del ristorante della Lungarno Collection Borgo San
Jacopo della famiglia Ferragamo) sentirete forte il suo vissuto nei
suoi piatti.
Ma
partiamo per gradi. Abbiamo provato per voi questa piacevolissima
esperienza nel nuovo ristorante
gourmet di Peter Brunel
da pochi mesi inaugurato ad Arco,
in zona Linfano, a due passi dal Lago
di Garda.
Il
design parla chiaro: linee pulite, essenziali, un salotto di casa più
che un ristorante con una splendida cucina a vista di chiaro stampo
dannunziano. Qui il genio del poeta pescarese sembra rivivere in
simbiotica armonia con l’arredo e la cucina di chef Brunel. Lo si
percepisce dallo stile, affine a quello del Vittoriale e quelle frasi
che quasi vogliono stimolare il peccato di gola oltre
l’immaginabile.”Osa l’inosabile” recita il menu e qui
da Peter Brunel è impossibile non accettare l’invito.
La
nostra esperienza parte con un aperitivo nel piacevolissimo salottino
dalle linee pulite dove ci viene servito un calice di Trentodoc e
degli appetizer.
L’aria che si respira è fra le più piacevoli. Ci accomodiamo al
tavolo. Dalla mise
en place alla
“pulizia” degli arredi privi di fronzoli ma estremamente
funzionali (molto belli i tavoli) fino alla cucina a vista che sembra
quasi un dipinto incorniciato.
Qui
tutto è puro piacere (per restare in tema dannunziano).
Il
menu è quasi un’estensione della vita di Peter Brunel, i suoi
viaggi, le sue esperienze.
Come
quella di Firenze che rivive in una “pappa al pomodoro” tipica
ricetta povera toscana, che qui acquisisce una sontuosità che non si
poteva neanche immaginare potesse avere. Struttura, corpo, gusto e
perfino una foglia d’oro a impreziosirla.
La
mia scelta però è ricaduta su un menu degustazione che esalta le
eccellenze del Garda Trentino: le famiglie degli ortaggi e l’olio
extravergine
d’oliva del Garda Trentino.
Il
piatto che si inserisce con forza in questo menu è senz’altro lo
“Spaghetto di patata al pesto”, una curiosa e perfetta
“manipolazione” della patata che si tramuta in spaghetto
mantenendo incredibilmente la stessa texture, la croccantezza del
tubero ma la consistenza della pasta tradizionale. Una bellissima
unione.
E
poi ancora, dal menu degustazione del mio commensale, un piatto che è
pura poesia: ricordo di Lofoten ovvero alici marinate, acqua di mare,
peperone di Piquillo, foglie d’ostrica e grissino al finocchio.
Un’opera d’arte prima ancora che un piatto da gustare.

A
presentare le creazioni al tavolo ci pensa direttamente chef Brunel.
Sorridente, entusiasta, felice. E questa soddisfazione e joie
de vivre le
trasmette a ogni racconto, a ogni ricordo che ha dato vita a un
piatto.
Forte
è in lui il desiderio di sperimentare nel rispetto e
nell’esaltazione delle materie prime del Garda Trentino che la sua
cucina ha abbracciato e fatte
proprie. E che Peter racconta con entusiasmo ma che, in fondo,
possiamo percepire noi stessi anche senza parlare perché questi
piatti parlano da soli. Evocano ricordi e memorie proustiane. Anche
noi potremmo in fondo, associare “i 5 strati della cipolla, Vino
Santo e Grana Trentino” a un nostro ricordo, esattamente come ho
fatto io che ho rivissuto la mia infanzia francese in questa
delicatissima cipolla e che mi ha fatto godere del mio presente
grazie al Vino Santo e al grana locale.
I
dessert a chiusura dell’esperienza gourmet si presentano in tutta
la loro perfezione: una selezione attentissima e curata proposta
dalla Pastry Chef Loretta Fanella, una garanzia in fatto di
elaborazioni dolci. Ma altre sono frutto del genio di Chef Brunel che
ha accompagnato la chiusura del mio menu degustazione con un “Terre
di olive e cioccolato” che riporta alla grandezza di madre natura.
Un dessert non stucchevole, gioioso, che sembra quasi stuzzicare la
propria curiosità infantile (il cuore del dessert è tutto da
“scavare” nella deliziosa terra di cioccolato e olive).
Un
ricordo ancora una volta, un piacere, una “pacca sulla spalla”.
Un’esperienza gourmet al ristorante di Peter Brunel è tutto questo ma forse, anzi sicuramente, molto di più. E sta solo a chi verrà qui, con tutta la curiosità che solo un vero gourmand possiede, farne una propria, personalissima reminiscenza ed apprezzarne tutte le poetiche sfumature.
Foto di Isabelle Yrma Pace
Foto di copertina e video Walter Sestili
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