Per l’Avis di Brescia il 2023 è iniziato con numeri in crescita

«La cultura si fa anche attraverso gesti che cambiano la realtà sociale in cui siamo immersi». Il presidente dell’Avis provinciale di Brescia, Gabriele Pagliarini, ha chiuso così, citando Papa Montini, la sua relazione morale davanti ai donatori di sangue delle 102 Avis comunali bresciane che ieri pomeriggio si sono riuniti al cinema teatro Cristal di Salò per la 60° Assemblea dell’Avis provinciale.

Quello del donatore di sangue è davvero un gesto che cambia la realtà sociale, esaltando il valore del dono e del volontariato in tempi in cui prevalgono egoismi e furbizie e simboleggiando un comportamento da cittadino consapevole, che non usufruisce solo di beni e servizi, ma si impegna anche per produrli. Donare il sangue è un gesto di solidarietà. Significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo ci preoccupa. E, grazie all’Avis, la disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità.

I numeri parlano di una realtà in ripresa, dopo le difficolta legate al Covid. «Il 2022 – dice Pagliarini – è stato un anno di transizione, in chiaro scuro, ancora profondamente segnato dall’emergenza pandemica, soprattutto nella prima parte, ma caratterizzato da incoraggianti segnali di ripresa che ci hanno via via riportato sulla strada della normalità». Per il presidente «è concreta la speranza di riprendere il ritmo degli anni migliori».

I donatori

EMBED [Leggi anche]Nonostante un paio di fattori negativi – il Covid che nel primo bimestre infettava ogni giorno cinquemila bresciani, tra cui molti donatori, e poi l’ondata influenzale di novembre – nel 2022 sono state raccolte 62.224 sacche di sangue, 1.618 in meno rispetto al 2021, con una flessione percentuale pari al 2,5%. Tutto sommato limitata, visto il contesto pandemico. I dati evidenziano anche una diminuzione dei nuovi donatori e dei donatori che hanno ripreso a donare, dopo due anni di interruzione. «L’anno scorso – dice Pagliarini – abbiamo registrato 6.011 nuovi donatori, in calo di 672 (-10,1%) rispetto al 2021».

La buona notizia è che il 2023 è iniziato con numeri confortanti, con una crescita del 24,01% di donatori nuovi o che hanno ripreso a donare dopo 24 mesi e con un incremento delle donazioni a livello provinciale dello 0,92%. Numeri che parlano di un ritorno alla normalità.

I soci

La grande famiglia dell’Avis provinciale oggi conta 36.809 soci (contro i 63.542 del 2021), dei quali 35.402 sono donatori attivi, che compiono cioè il gesto del dono, volontario e anonimo, del proprio sangue. Un esercito di volontari che viene «reclutato» grazie anche all’intensa attività di sensibilizzazione nella scuola: «Ogni anno – dice Pagliarini – l’Avis provinciale, a supporto delle Avis comunali, incontra oltre 10mila studenti, dalla scuola dell’infanzia alle superiori».

Tra i progetti per il 2023, anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura, il presidente ha annunciato un percorso culturale e artistico nella sede dell’Avis provinciale dedicato all’origine dell’Avis bresciana, celebrando la figura di Giorgio Sinigaglia, e all’importanza della prevenzione. Infine, trovandosi a Salò, Pagliarini ha auspicato di «riuscire quanto prima ad attivare il Centro di raccolta di Cunettone, per rispondere alle importanti esigenze di questo territorio e dei suoi donatori e per continuare a perseguire il bene dell’Avis e dei tanti malati che necessitano di sangue».

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