Quando agli agenti della Polizia Postale di Brescia è arrivata la delega di perquisizione da parte dei colleghi di Milano e della Procura della Repubblica di Roma hanno subito capito di dover riaprire un vecchio fascicolo, di tornare nuovamente ad indagare su una persona che purtroppo conoscevano già e che, evidentemente, non aveva cambiato stile di vita. É arrivata anche nella nostra provincia, con l’arresto di un 22enne di Desenzano del Garda, l’indagine Luna Park che nel complesso ha portato 15 arrestati in flagranza dalla polizia postale nell’ambito dell’operazione contro vere associazioni criminali composte da centinaia di persone che si scambiavano foto e video pedopornografici attraverso le chat istantanee come Telegram e WhatsApp.
Il giovane infatti era già stato perquisito e denunciato nel 2017 ma all’epoca la quantità di immagini di cui disponeva era minima. Dopo due anni di indagini condotte «sotto copertura» su internet, gli specialisti della Polizia Postale di Milano e del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Fusco e Mannella insieme con i sostituti Barilli e Tarzia della Procura distrettuale di Milano, hanno identificato 432 utenti che utilizzavano canali e chat per scambiarsi il materiale che ritraeva vere e proprie violenze sessuali su minori. Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti.
Tra i principali gestori e amministratori compaiono anche due italiani, un ottico 71enne napoletano con collaborazioni universitarie e un disoccupato 20enne veneziano. Coinvolti anche 351 stranieri, con arresti avvenuti anche in Europa e in tutto il mondo. Gli agenti della Postale di Brescia hanno effettuato una perquisizione informatica sequestrando tutti i dispositivi del giovane e ricostruendo le dinamiche delle sue frequentazioni del darkweb e delle chat con altri pedofili.
Nello specifico all’interno della memoria del telefono sono state trovate centinaia di immagini e filmati in cui erano ripresi bambini di circa 10 anni in atti sessuali espliciti. Secondo la Polizia Postale il giovane, che aveva maturato una discreta abilità informatica, era in grado di trovare e acquisire le immagini negli angoli più remoti del web in cui vengono nascoste. Sarà invece oggetto di specifici approfondimenti investigativi un suo eventuale ruolo nella diffusione o nella vendita delle immagini di cui disponeva. Dopo l’esito positivo della perquisizione il ragazzo è stato portato in carcere.
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