Partita dal Garda la truffa dei bonus edilizi con 328 milioni di euro sequestrati

Il business dei bonus edilizi aveva riempito i cassetti fiscali. Svuotati a colpi di sequestri dalla Guardia di Finanza di Brescia, capace in un anno e mezzo di inchiesta di bloccare oltre 328 milioni di euro. Sono ritenuti crediti fiscali falsi utilizzati per il bonus facciate, il bonus locazioni e per il sisma bonus. Erogazioni pubbliche per ristrutturazioni che non sono però mai state fatte.

Diversi gli indagati in tutta Italia ai quali vengono contestati a vario titolo i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi illeciti.

Le indagini a Lonato

Le Fiamme gialle a febbraio di un anno fa avevano sequestrato 320 milioni di euro, ad aprile ne hanno intercettati altri 3,7 e ieri su ordine del pubblico ministero Claudia Passalacqua, titolare dell’indagine, hanno messo i sigilli ad altri sei milioni di euro. Per gli inquirenti, capofila del raggiro è una società bresciana, la Spt riconducibile a Mirko Borini e con sede nello studio di una commercialista di Lonato del Garda, perquisito dai finanzieri del comando provinciale. Borini, 48enne di Occhiobello in provincia di Rovigo, è un nome già finito in altre inchieste tra cui l’ultima, un paio di anni fa, per un presunto giro di permessi di soggiorno per motivi di lavoro in cambio di denaro.

Questa volta avrebbe trovato nei bonus edilizi il business su cui mettere le mani, intestandosi società prive di qualsiasi struttura orgnizzativa e di fatto delle mere cartiere. Per chi indaga avrebbe creato falsi crediti di imposta come persona fisica, poi ceduti alla Spt e alla Isa Gae di Bussolengo, entrambe a lui riconducibili, e infine trasferiti a più operatori. Che li hanno utilizzati per compensare debiti tributari o li hanno ceduti ad intermediari finanziari, per simulare opere di edilizia su beni immobili inesistenti. Oltre a Borini, raggiunto da una misura interdittiva, sono finiti nei guai Luca Gaspari, ferrarese al quale vennero sequestrati 320 milioni di euro di falsi crediti e i commercialisti Matteo Banin di Ferrara e Roberto Amoruso di Bisceglie. I professionisti perquisti nelle scorse ore, secondo l’accusa, avrebbero prestato assistenza tecnica per la gestione dei cassetti fiscali.

Opere inesistenti

Stando a quanto fin qui ricostruito altri indagati avrebbero immesso nei cassetti fiscali di società compiacenti crediti falsi generati da soggetti completamente ignari della commissione di lavori di ristrutturazione su immobili di loro proprietà e che hanno negato di aver mai avviato ristrutturazioni edilizie.

Le indagini della Finanza sono nate da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate. I finanzieri hanno immediatamente messo a verbale due dati: le società coinvolte erano inattive da tempo e soprattutto hanno certificato la totale di assenza di cantieri. 

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