Per chi non ricordasse le vicissitudini sexy-psicotrope dell’ex onorevole Cosimo Mele rimando al suo profilo su Wikipedia. Non mi interessa qui una lettura morale, ma quella politica: che mi suggerisce un giudizio di ipocrisia e incoerenza su un politico iscritto a un partito che – in pubblico – fa della difesa dei valori della famiglia una bandiera, salvo poi ritrovarsi – in privato – a passare le notti del suo mandato romano con due prostitute e un po’ di droga in albergo.
Onore al merito al fiuto giornalistico di Gian Antonio Stella che è andato a scovare l’ex onorevole nel suo paese natale, Carovigno, in provincia di Brindisi, dove si candida al consiglio provinciale. L’intervista sul Corriere della Sera merita.
Tre affermazioni in particolare mi sembra che vadano sottolineate. La prima è che “in Parlamento non si fa un cazzo” (letterale). Ecco, siccome lui è un industriale “del calcestruzzo” trova che lì a Roma si faccia poco, ci si annoi. Per questo, poverino, finiva le notti in compagnia di escort. La seconda affermazione riguarda i suoi ex compagni di partito dell’Udc, criticati perché secondo lui “un partito dovrebbe difendere i suoi deputati”. A prescindere, avrebbe detto Totò… La terza: “Pensi che su Facebook è nato perfino un club ‘ammiratori di Cosimo Mele’. Con 500 iscritti”. E’ vero (anche chi non ha un account su FB può verificarlo qui), ma si sarà reso conto che lo prendono per i fondelli?!
Ecco il caso di un imprenditore che farebbe bene a continuare ad occuparsi dei suoi affari privati lasciando stare la politica.