L'editoriale del Corriere di stamattina a firma di Angelo Panebianco fa riflettere sull'antipartitismo e sui pericoli che questa ondata crea alla democrazia.
Se penso a Desenzano non posso che dargli ragione: con la scusa dei "basta con i partiti" si sono candidati (citando Panebianco) "aspiranti demagoghi di ogni genere si fanno avanti per intercettarli e assicurarsi un lauto bottino" che pensano di amministrare una città e non ne conoscono nemmeno le poste essenziali del bilancio.
I peggiori sono i molti che hanno governato lo sfacelo fino a un minuto prima ma ora si rifanno la verginità dietro ai simboli più strampalati di liste civiche che strombazzano serietà, efficienza e rigore e non riescono in modo onesto nemmeno a raccogliere le firme.
In teoria in una comunità di dimensioni contenute il trasformismo dovrebbe essere impossibile perchè al di là dei simboli la gente conosce le persone e ricorda bene che quello che oggi predica moralità bacchetona in realtà è stato beccato più volte con l'amante piuttosto che quello tutto onesta è rigore ha trovato posto grazie alla tessera del partito.
E' certamente vero in un paese di duemilacinquecento anime come Sesto dove il Sindaco è "quello della bottega accanto", mi domando cosa sarà capace di fare la gente a Desenzano che in teoria è solo un paesone ma che ha acquisito tutti i difetti della città quanto a disgregazione sociale, disinteresse, arroganza e assenza di solidarietà.
La gente voterà le persone senza farsi imbrogliare dagli slogan?
Si turerà il naso e voterà i soliti faccendieri che in cambio del permessino o del piacerino devastano il territorio?
Voterà i grilli parlanti che non hanno nessuna voglia di governare perché costa fatica, ed è più figo gridare "No TAV" che riprogettare i servizi di trasporto locali?
Voterà i "noalter de la lega" nonostante lo scandalo?
Spesso è accaduto che le elezioni desenzanesi siano state lo specchio dell'umore nazionale, in fondo, statisticamente parlando, il campione è davvero eterogeneo, e soggetto tanto agli umori nazionali sui grandi temi quanto alle situazioni locali più specifiche.
Dubito che tanti anni di partiti chiusi nelle sezioni a contemplarsi l'ombelico possano essere compensati da quaranta giorni di campagna elettorale, dubito che decenni di piccolo cabotaggio possano ora trovare il vento dell'innovazione e temo che la sottocultura del piccolo interesse, così sapientemente coltivata per consentire arricchimenti facili a più alto livello, sia difficile da abbandonare.
Ma a volte la gente è strana, a volte la gente ti sorprende, la credevi sottomessa e invece si ribella, la credevi instupidita di televisione e invece…
Vale la pena di avere fiducia, se non sarà tra un mese vorrà dire che ci vorrà qualche giorno in più.
Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2012/04/panebianco-a-colazione.html