Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/03/ah-questi-musicisti.html
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Oggi abbiamo finalmente convinto un amico a installare Skype e … guardate sto pazzo come si è presentato in video!
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http://feedproxy.google.com/~r/icostantini/feed/~3/aaNm2P6FjEY/
Fiorella Mannoia in concerto il 20 Marzo al Palameeting di Riva del Garda con il tour nazionale “In Movimento 2009”.
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Buon 8 marzo !
Quest’anno però l’omaggio floreale è però un po’ indietro…
Colpa dell’inverno rigido che ha fatto sentire e vedere i suoi effetti.
Ecco qui a confronto la pianta del mio vicino di casa fotografata oggi ed esattamente un anno fa quando era splendidamente fiorita.
Comunque sia auguri a tutte le donne…
8 marzo 2009
8 […]
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http://marcorizzini.wordpress.com/2009/03/08/auguri-donne/
In questo video , pubblicato da Gardacom1 su Youtube , è possibile vedere i lavori di rifacimento di Piazza Garibaldi a Riva del Garda.
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Video di presentazione della sede e dei prodotti dell’Agraria di Riva del Garda.
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Domenica 8 marzo, alle ore 16.30 “E la luna sorrise” ad Arco, Teatro parrocchiale oratorio di Bolognano, spettacolo della compagnia teatrale “Teatro del rimbalzo
“. Costo del biglietto è di 4 euro, età consigliata 7 anni.
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http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/w_ozuV-JY4c/teatro-per-ragazzi-ad-arco.html
Unpacking SMAU Brescia 2009: primo evento di unpacking di una fiera. I blogger hanno la possibilità di vedere l’allestimento dell’edizione “bresciana” di Smau Business 2009.
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http://feedproxy.google.com/~r/Pensierisuruote/~3/069VeVE9KUs/
Esiste una interpretazione della meccanica quantistica abbastanza recente che non è discussa spesso.
Tale interpretazione merita comunque una menzione almeno per due motivi: il primo è che il suo ideatore è uno dei più rispettabili fisici matematici della sua generazione, Roger Penrose, il secondo invece è che tale interpretazione può chiarire un’area della scienza più misteriosa della meccanica quantistica stessa, ovvero l’origine della coscienza.
Rappresentazione della coscienza XVII secolo
Secondo Penrose, la sovrapposizione di differenti stati quantici non collassa per causa dell’atto di misura, per la presenza di un osservatore o qualsiasi altra interazione con l’ambiente. Penrose infatti ritiene che il processo di collasso della funzione d’onda avvenga a causa di diverse geometrie di spazio e tempo di ogni stato del mix.
Una volta che la differenze negli stati raggiunge un certo valore critico, tale stato di sovrapposizione diventa instabile e collassa in uno dei possibili stati.
Naturalmente né Penrose né nessun altro conosce in dettaglio questo meccanismo. Sarà necessaria una teoria della supergravità per comprenderlo appieno.
Questa interpretazione è stata applicata da Penrose e Stuart Hameroff per spiegare come la coscienza possa essere attivata nel cervello umano.
L’osservazione degli scienziati è che il processo pensante del cervello umano non possa essere comprensibile in termini di computazione nei termini classici ma richieda un approccio quantistico.
Penrose ritiene di avere in mano la spiegazione di tale fenomeno in chiave biologica. La struttura vascolare del cervello proteggerebbe lo stato coerente formatosi nel cervello dall’ambiente esterno.
I neuroni nel cervello contengono sottili microstrutture denominate microtubuli. Esse sono composte da composte da tubulina, una proteina che esiste in due conformazioni diverse. Penrose e Hameroff suppongo che i microtubuli abbiano le giuste proprietà per mantenere questa sovrapposizione quantistica che si espande alle altre tubuline circostanti.
Secondo Penrose e Hameroff è mantenuto uno stato di sovrapposizione coerente per un tempo significativo permettendo l’emergere di un processo pre-cosciente. Il collasso avviene quando è superata la soglia di Penrose. A tale processo si può associare la nascita del processo cosciente.
Il cervello viene visto come una macchina quantistica di primo livello.
Il suo modello di Penrose ed Hameroff richiede che 20.000 neuroni si mantengano per 1/40 di secondo in sovrapposizione quantistica a temperatura ambiente.
Il libro Shadow of Mind, pubblicato nel 1994 da Penrose sull’argomento ha molti detrattori, sembra infatti improbabile che in queste condizioni le peturbazioni dell’ambiente non danneggino la sovrapposizione, che è uno stato molto delicato.
Probabilmente l’elemento fondamentale dell’intelligenza cellulare è il microtubulo.
Stuart Hameroff, medico ricercatore dell’Università dell’Arizona, negli anni 80 ipotizza che i microtubuli siano capaci di calcolo. Fino ad allora erano sempre stati considerati solo componenti del citoscheletro.
Hameroff ipotizzò nel 1982 che i microtubuli si comportassero come automi cellulari.
In realtà la struttura del microtubulo assomiglia esattamente ad un automa cellulare: ogni tubulo è costruito sulla base di migliaia di dimeri di tubulina sistemati in una griglia bidimensionale arrotolata su se stessa.
La griglia forma un vicinato esagonale con sei vicini e il passaggio di un elettrone cambia la conformazione del dimero.
Tuttavia il modello di Hameroff era sbagliato: le regole che governano le interazioni fra tubuline non sono quelle da lui predette, inoltre il suo modello per funzionare necessita dello zero assoluto.
Le reti di tubuline assomigliano ad automi cellulari ma non lo sono.
Tuttavia abbiamo visto che funzionano davvero come computer paralleli. Il modo in cui calcolano è ancora da stabilire.
Il modello di Jack Tuszynski (Università di Alberta) è più convincente.
http://www.phys.ualberta.ca/~jtus/PDF_jt_files/BIOSYS2002.pdf
Parte dal principio che le reti di microtubuli devono funzionare a temperatura ambiente e dimostra che sono trasmettitori elettromeccanici di segnali che computano in base a un modello simile ai vetri di spin.
Personalmente, il mio parere riguardo questi argomenti è quello del massimo scetticismo. Le verifiche sperimentali sono poche e saranno necessari ancora parecchi lavori per entrare nel dettaglio di teorie che mirano a capovolgere la conoscenza attuale.
Bibliografia:
Jim Al-Khalili: Quantum: a guide to perplexed
E.Schroedinger: Cos’è la vita? http://www.disf.org/CosaDevoSapere/Schroedinger.asp
Stuart Hameroff: That’s life! The geometry of pi electron resonance clouds
http://www.valdostamuseum.org/hamsmith/QuanCon.html
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http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/Meccanica-quantistica/biofisica-quantistica-nel-cervello.html
Vai articolo originale: http://laltrasanfelice.blogspot.com/2009/03/ho-letto-con-interesse-le-proposte-di.html
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http://laltrasanfelice.blogspot.com/2009/03/ho-letto-con-interesse-le-proposte-di.html
“Non so fornire spiegazioni su questo fenomeno”.
Questo fu il lapidario commento dell’ingegnere britannico Arthur Kaye quando, nel 1963, notò che facendo colare un getto di shampoo su una superficie piana, per un brevemomento (circa 300 millisecondi) dal liquido che si era già posato sul ripiano iniziava a schizzare un nuovo getto.
Quello che fu denominato “Effetto Kaye” era tuttavia altamente instabile, in quanto il getto fuoriuscente –di maggior spessore e di minor velocità di quello entrante- aumentava rapidamente d’inclinazione, fino a divenire verticale ed interferire con il getto originario.
Da allora, il fenomeno è stato sottoposto all’attenzione di numerosi ricercatori; i vari studi hanno portato innanzitutto ad isolarne la veridicità per i soli fluidi non-newtoniani.
Questi fluidi sono piuttosto rari in natura, in quanto aria, acqua, e quasi tutti i tipi di olio sono newtoniani, vale a dire che la loro viscosità rimane costante al variare della velocità; al contrario, per un fluido non-newtoniano, la viscosità sarà diversa a seconda che il fluido sia in quiete o in moto.
L’esempio più comune di questa tipologia è lo shampoo: molto viscoso quando è in quiete, ma diventa più liquido (quindi diminuisce la sua viscosità) quando viene frizionato sui capelli.
In seguito, si e scoperta anche la causa innescante l’Effetto Kaye: il getto in ingresso resta separato dalla pellicola di fluido sottostante tramite un sottilissimo strato di aria (dello spessore di pochi micron); le alte velocità di deformazione createsi all’interfaccia favoriscono una diminuzione di viscosità del fluido; le particelle poco viscose quindi scivolano via dal resto del fluido, creando lo spruzzo (Immagine – 1).
Nel frattempo, il getto in ingresso continua a cadere sempre sullo stesso punto, incrementando le dimensioni del grumo viscoso alla base; aumentando la lunghezza della zona di contatto (costituita dal grumo stesso), aumentano l’intensità del getto in uscita e la sua angolazione, finchè quest’ultimo non va ad interferire con il flusso entrante, interrompendo il fenomeno (in fondo a questa pagin a è disponibile il link al filmato dell’intero processo).
Studi successivi condotti nel 2001 da un team di ricercatori olandesi dell’Università di Twente, guidato dal fisico Michel Versluis, hanno portato ad una stabilizzazione dell’Effetto Kaye, utilizzando come superficie d’impatto un piano inclinato su cui scorresse lo stesso fluido del getto d’ingresso.
In questo modo, il flusso in uscita si dirige automaticamente verso la parte “in discesa” del piano inclinato, impattando una seconda volta sul sottile strato fluido; questo a sua volta genera un Effetto Kaye secondario e così via, creando una cascata il cui getto ha una portata via via decrescente (Immagine – 2).
La serie di rimbalzi risulta stabile, in quanto la potenza del getto in ingresso (che, per l’equilibrio, deve essere pari a quella in uscita) non viene più bilanciata solo da quella dell’unico getto uscente, ma da tanti contributi quanti sono i rami della cascata, con una sensibile diminuzione degli effetti dissipativi.
Tutto ciò è stato realizzato sempre basandosi su fluidi non-newtoniani, quasi completamente assenti in natura, quindi ottenibili prevalentemente in laboratorio; il mese scorso tuttavia al Centro sulle Dinamiche Non Lineari del Dipartimento di Fisica (Center for Nonlinear Dynamics and Department of Physics) dell’Università del Texas sono riusciti a rimuovere questa limitazione.
Utilizzando una vasca rotante, contenente un bagno di olio di silicone in movimento ed un getto dello stesso fluido, si è dimostrato che anche i fluidi newtoniani possono rimbalzare su una superficie della medesima composizione.
Il getto verticale entra nel bagno, restandone separato da un sottile strato di aria, viene trascinato dal moto circolare del bagno, per poi schizzare oltre la superficie (Immagine – 4). Il tutto ovviamente avviene solo in un determinato intervallo dei parametri controllati: velocità di rotazione del bagno e velocità, altezza e portata del getto.
L’operato dell’Università del Texas ha quindi in qualche modo allargato il fenomeno dell’Effetto Kaye anche ai fluidi newtoniani.
Immagine – 4 – Matthew Thrasher ©utexas.edu
Le possibili applicazioni proposte sono molteplici, prima fra tutte quella riguardante il campo dei combustibili liquidi, argomento importante, fra le altre cose, in ambito motoristico; la frammentazione di un getto in una moltitudine di schizzi incontrollati (fenomeno visibile anche con la pioggia che cade su una pozzanghera) è sorgente di numerose preoccupazioni, quando si ha a che fare con liquidi infiammabili come i carburanti.
Il gruppo di ricerca statunitense, alla cui testa c’è Matthew Thrasher, considera la scoperta di poter controllare stabilmente un getto per prevenire o incentivare l’unione con il fluido circostante “un nuovo esempio di separazione stabile ed un nuovo esempio di flusso fluido con molteplici stati stabili”.
Nella loro pubblicazione “The Bouncing Jet: A Newtonian Liquid Rebounding off a Free Surface”, Thrasher ed il suo team propongono inoltre un facile esperimento casalingo, realizzabile con una teglia rotonda per dolci riempita di 4 cm di olio da cucina: sarà sufficiente imprimere al contenitore un moto rotatorio ad intervalli di circa 2 secondi, mentre si fa colare dell’altro olio da un’altezza di 3-6 cm, per constatare con esperienza diretta i risultati ottenuti ad Austin – Texas.
Fonte:
www.lswn.it/fisica/articoli/effetto_kaye_ed_i_fluidi_newtoniani
Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fisica-e-scienze/News-e-curiosita/L-effetto-Kaye.html
“Non so fornire spiegazioni su questo fenomeno”.
Questo fu il lapidario commento dell’ingegnere britannico Arthur Kaye quando, nel 1963, notò che facendo colare un getto di shampoo su una superficie piana, per un brevemomento (circa 300 millisecondi) dal liquido che si era già posato sul ripiano iniziava a schizzare un nuovo getto.
Quello che fu denominato “Effetto Kaye” era tuttavia altamente instabile, in quanto il getto fuoriuscente –di maggior spessore e di minor velocità di quello entrante- aumentava rapidamente d’inclinazione, fino a divenire verticale ed interferire con il getto originario.
Da allora, il fenomeno è stato sottoposto all’attenzione di numerosi ricercatori; i vari studi hanno portato innanzitutto ad isolarne la veridicità per i soli fluidi non-newtoniani.
Questi fluidi sono piuttosto rari in natura, in quanto aria, acqua, e quasi tutti i tipi di olio sono newtoniani, vale a dire che la loro viscosità rimane costante al variare della velocità; al contrario, per un fluido non-newtoniano, la viscosità sarà diversa a seconda che il fluido sia in quiete o in moto.
L’esempio più comune di questa tipologia è lo shampoo: molto viscoso quando è in quiete, ma diventa più liquido (quindi diminuisce la sua viscosità) quando viene frizionato sui capelli.
In seguito, si e scoperta anche la causa innescante l’Effetto Kaye: il getto in ingresso resta separato dalla pellicola di fluido sottostante tramite un sottilissimo strato di aria (dello spessore di pochi micron); le alte velocità di deformazione createsi all’interfaccia favoriscono una diminuzione di viscosità del fluido; le particelle poco viscose quindi scivolano via dal resto del fluido, creando lo spruzzo (Immagine – 1).
Nel frattempo, il getto in ingresso continua a cadere sempre sullo stesso punto, incrementando le dimensioni del grumo viscoso alla base; aumentando la lunghezza della zona di contatto (costituita dal grumo stesso), aumentano l’intensità del getto in uscita e la sua angolazione, finchè quest’ultimo non va ad interferire con il flusso entrante, interrompendo il fenomeno (in fondo a questa pagin a è disponibile il link al filmato dell’intero processo).
Studi successivi condotti nel 2001 da un team di ricercatori olandesi dell’Università di Twente, guidato dal fisico Michel Versluis, hanno portato ad una stabilizzazione dell’Effetto Kaye, utilizzando come superficie d’impatto un piano inclinato su cui scorresse lo stesso fluido del getto d’ingresso.
In questo modo, il flusso in uscita si dirige automaticamente verso la parte “in discesa” del piano inclinato, impattando una seconda volta sul sottile strato fluido; questo a sua volta genera un Effetto Kaye secondario e così via, creando una cascata il cui getto ha una portata via via decrescente (Immagine – 2).
La serie di rimbalzi risulta stabile, in quanto la potenza del getto in ingresso (che, per l’equilibrio, deve essere pari a quella in uscita) non viene più bilanciata solo da quella dell’unico getto uscente, ma da tanti contributi quanti sono i rami della cascata, con una sensibile diminuzione degli effetti dissipativi.
Tutto ciò è stato realizzato sempre basandosi su fluidi non-newtoniani, quasi completamente assenti in natura, quindi ottenibili prevalentemente in laboratorio; il mese scorso tuttavia al Centro sulle Dinamiche Non Lineari del Dipartimento di Fisica (Center for Nonlinear Dynamics and Department of Physics) dell’Università del Texas sono riusciti a rimuovere questa limitazione.
Utilizzando una vasca rotante, contenente un bagno di olio di silicone in movimento ed un getto dello stesso fluido, si è dimostrato che anche i fluidi newtoniani possono rimbalzare su una superficie della medesima composizione.
Il getto verticale entra nel bagno, restandone separato da un sottile strato di aria, viene trascinato dal moto circolare del bagno, per poi schizzare oltre la superficie (Immagine – 4). Il tutto ovviamente avviene solo in un determinato intervallo dei parametri controllati: velocità di rotazione del bagno e velocità, altezza e portata del getto.
L’operato dell’Università del Texas ha quindi in qualche modo allargato il fenomeno dell’Effetto Kaye anche ai fluidi newtoniani.
Immagine – 4 – Matthew Thrasher ©utexas.edu
Le possibili applicazioni proposte sono molteplici, prima fra tutte quella riguardante il campo dei combustibili liquidi, argomento importante, fra le altre cose, in ambito motoristico; la frammentazione di un getto in una moltitudine di schizzi incontrollati (fenomeno visibile anche con la pioggia che cade su una pozzanghera) è sorgente di numerose preoccupazioni, quando si ha a che fare con liquidi infiammabili come i carburanti.
Il gruppo di ricerca statunitense, alla cui testa c’è Matthew Thrasher, considera la scoperta di poter controllare stabilmente un getto per prevenire o incentivare l’unione con il fluido circostante “un nuovo esempio di separazione stabile ed un nuovo esempio di flusso fluido con molteplici stati stabili”.
Nella loro pubblicazione “The Bouncing Jet: A Newtonian Liquid Rebounding off a Free Surface”, Thrasher ed il suo team propongono inoltre un facile esperimento casalingo, realizzabile con una teglia rotonda per dolci riempita di 4 cm di olio da cucina: sarà sufficiente imprimere al contenitore un moto rotatorio ad intervalli di circa 2 secondi, mentre si fa colare dell’altro olio da un’altezza di 3-6 cm, per constatare con esperienza diretta i risultati ottenuti ad Austin – Texas.
Fonte:
www.lswn.it/fisica/articoli/effetto_kaye_ed_i_fluidi_newtoniani
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Sabato 7 Marzo 2009 “NON PARLARE DI ME” con Michela Embriaco, presso il Centro Culturale di Locca di Concei con orario di inizio ore 21.00 .
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Da Martedi 21 aprile a Sabato 25 aprile 2009 si terrà la 33 edizione del GIRO DEL TRENTINO.
La partenza della prima tappa a cronometro verrà data il 21 aprile da Torbole in circuito tra le strade di Riva del Garda, ed arrivo ad Arco.
Giovedi 23 aprile, partenza da Riva del Garda, e arrivo all’Alpe di Pampeago.
In questa edizione del giro , che ricordiamo ha visto Damiano Cunego vincitore nelle ultime due edizioni, vedrà al via alla partenza anche Lance Armstrong, recordman del Tour de France con sette vittorie assolute.
Maggiori informazioni nel corso dei prossimi giorni con l’albo d’oro, le tappe e le informazioni utili per seguire nel modo migliore questo importante avvenimento sportivo.
Fonte : Giro del Trentino
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Vendere on-line significa prima di tutto ‘vendere fiducia’. Se vogliamo che un consumatore faccia l’acquisto nel nostro negozio, dobbiamo prima di tutto rassicuralo, garantirgli che siamo meritevoli, che abbiamo un’ottima reputazione. Dobbiamo conquistare la sua fiducia.
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