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Serata danzante in Valle di Ledro
Giovedi 30 Aprile a Locca di Concei, appuntamento dedicato al ballo liscio presso il Centro Culturale, a partire dalle ore 21.00 .
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Bike Festival a Riva del Garda
Bike Festival dal 30 aprile al 3 maggio 2009 a Riva del Garda. Sono presenti più di 120 espositori del mondo della mountain bike a questa manifestazione che nel corso del tempo è diventata la piú grande d´Europa.
Gli espositori saranno presenti nell’area davanti al Palazzo Congressi e nel parcheggio ex-Tiffany con numerosi stand, esposizioni, prove sul campo e altri eventi per presentare le tutte le novitá del settore.
Per maggiori informazioni : Bikefestval
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relazioni segrete [Flickr]
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(non ditelo alla Micy, eh, ma io ultimamente mi sto vedendo con lei… :P)
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bel muso [Flickr]
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ammmoreeeeee! [Flickr]
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Giro del Trentino 2009 – Video 1 Tappa
Immagini della 1 tappa Giro del Trentino 22/04/2009
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Santificare le feste oggi
È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è stata libera di ricominciare, di percorrere una strada nuova; fin qui, tutto bene. Peccato che ogni anno arrivi immancabile anche la stessa trita polemica sul significato politico di quel periodo burrascoso che precedette la liberazione, e ovviamente sulla memoria che se ne tramanda. Volete sapere qual è questo famoso significato politico? facciamo un passo indietro, perchè ci sono almeno due ordini di considerazioni da fare.
Innanzitutto bisogna ricordare cosa successe l’8 Settembre del ’43, quando il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, lesse alla radio questo messaggio:
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza
Dal caos che si formò subito dopo, con la Germania che prese possesso della penisola mentre i Reali e il governo scappavano al Sud, uscirono due entità: la Repubblica Sociale Italiana (fondata da Mussolini a Salò ma in pratica controllata dai nazisti) e la multiforme massa di persone chiamata collettivamente col nome di Resistenza, che se anche dovette passare attraverso contrasti e diatribe interne seppe coadiuvare gli Alleati nella dura lotta di liberazione del territorio italiano, e dare un’impronta democratica, libertaria e antifascista alla Costituzione qualche anno più tardi. Questo movimento era come un’idra, tante teste per un corpo solo nel bene e nel male (e sul male che fecero alcuni partigiani ormai si scrive da tempo, anche se Pansa è convinto di dissotterrare in continuazione lo stesso cadavere fresco), e se anche qualcuno aveva sogni sovietici ed antidemocratici ebbe la buona creanza di accantonarli, e combattere per una nazione che aveva bisogno di pace. Per questo la festa del 25 Aprile celebra chi stava da quella parte là, quella di chi voleva la Liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste, e non è semplicemente la festa dei caduti della guerra.
Un’altra considerazione da fare è che la Resistenza non è un semplice fatto storico, circoscritto a un certo periodo di tempo e dotato di un significato univoco: è invece il mito fondante della nostra Repubblica. Mi spiego meglio, ogni nazione ha alla sua origine un processo di mitopoiesi, come Roma aveva il viaggio di Enea e Atene il dono della Legge da parte della dea omonima, dai miti uno stato trae la sua legittimità, perlomeno nell’immaginario collettivo (e non va mai sottovalutata l’importanza dell’immaginario collettivo). Berlusconi, che proprio lavorando sulle immagini degli italiani si è fatto una carriera politica, si è da un lato prestato all’eterna battaglia della destra (non parlo della democrazia cristiana ma degli ex missini), ovvero far perdere di significato alla Resistenza e rendere nebulose le origine della Repubblica così da potersi infilare senza compromessi nel gioco politico (leggi: senza rinnegare, nemmeno pubblicamente, le loro origini fasciste), dall’altro lato ha portato un know how mistificatorio di livello decisamente superiore. In fondo lavora coi messaggi da più di vent’anni, è una materia che sa maneggiare molto bene.
Cambiare il nome da festa della Liberazione a festa della Libertà, invocare rispetto e pietà per i combattenti della parte avversa, instillare dubbi sulla sincerità delle intenzioni di una parte (quella peggio digerita) del movimento partigiano, sono tutti trucchi, tecniche che mirano non tanto a screditare la festa del 25 Aprile quanto a cambiarla di significato. L’idea di Berlusconi, e di tutta la galassia che ruota attorno alla sua personalità politica, è quella di costruire una sorta di immagine istituzionale che a loro è finora un po’ mancata per certi versi, ma come per la Costituzione che invece di essere rispettata si cerca di adeguare ai propri canoni di rispettabilità, così anche per la Storia e i valori della nostra Repubblica l’approccio è dal lato sbagliato: invece di andare loro incontro, si resta fermi e si pretende che siano loro ad adattarsi.
Santificare le feste oggi
È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è stata libera di ricominciare, di percorrere una strada nuova; fin qui, tutto bene. Peccato che ogni anno arrivi immancabile anche la stessa trita polemica sul significato politico di quel periodo burrascoso che precedette la liberazione, e ovviamente sulla memoria che se ne tramanda. Volete sapere qual è questo famoso significato politico? facciamo un passo indietro, perchè ci sono almeno due ordini di considerazioni da fare.
Innanzitutto bisogna ricordare cosa successe l’8 Settembre del ’43, quando il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, lesse alla radio questo messaggio:
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza
Dal caos che si formò subito dopo, con la Germania che prese possesso della penisola mentre i Reali e il governo scappavano al Sud, uscirono due entità: la Repubblica Sociale Italiana (fondata da Mussolini a Salò ma in pratica controllata dai nazisti) e la multiforme massa di persone chiamata collettivamente col nome di Resistenza, che se anche dovette passare attraverso contrasti e diatribe interne seppe coadiuvare gli Alleati nella dura lotta di liberazione del territorio italiano, e dare un’impronta democratica, libertaria e antifascista alla Costituzione qualche anno più tardi. Questo movimento era come un’idra, tante teste per un corpo solo nel bene e nel male (e sul male che fecero alcuni partigiani ormai si scrive da tempo, anche se Pansa è convinto di dissotterrare in continuazione lo stesso cadavere fresco), e se anche qualcuno aveva sogni sovietici ed antidemocratici ebbe la buona creanza di accantonarli, e combattere per una nazione che aveva bisogno di pace. Per questo la festa del 25 Aprile celebra chi stava da quella parte là, quella di chi voleva la Liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste, e non è semplicemente la festa dei caduti della guerra.
Un’altra considerazione da fare è che la Resistenza non è un semplice fatto storico, circoscritto a un certo periodo di tempo e dotato di un significato univoco: è invece il mito fondante della nostra Repubblica. Mi spiego meglio, ogni nazione ha alla sua origine un processo di mitopoiesi, come Roma aveva il viaggio di Enea e Atene il dono della Legge da parte della dea omonima, dai miti uno stato trae la sua legittimità, perlomeno nell’immaginario collettivo (e non va mai sottovalutata l’importanza dell’immaginario collettivo). Berlusconi, che proprio lavorando sulle immagini degli italiani si è fatto una carriera politica, si è da un lato prestato all’eterna battaglia della destra (non parlo della democrazia cristiana ma degli ex missini), ovvero far perdere di significato alla Resistenza e rendere nebulose le origine della Repubblica così da potersi infilare senza compromessi nel gioco politico (leggi: senza rinnegare, nemmeno pubblicamente, le loro origini fasciste), dall’altro lato ha portato un know how mistificatorio di livello decisamente superiore. In fondo lavora coi messaggi da più di vent’anni, è una materia che sa maneggiare molto bene.
Cambiare il nome da festa della Liberazione a festa della Libertà, invocare rispetto e pietà per i combattenti della parte avversa, instillare dubbi sulla sincerità delle intenzioni di una parte (quella peggio digerita) del movimento partigiano, sono tutti trucchi, tecniche che mirano non tanto a screditare la festa del 25 Aprile quanto a cambiarla di significato. L’idea di Berlusconi, e di tutta la galassia che ruota attorno alla sua personalità politica, è quella di costruire una sorta di immagine istituzionale che a loro è finora un po’ mancata per certi versi, ma come per la Costituzione che invece di essere rispettata si cerca di adeguare ai propri canoni di rispettabilità, così anche per la Storia e i valori della nostra Repubblica l’approccio è dal lato sbagliato: invece di andare loro incontro, si resta fermi e si pretende che siano loro ad adattarsi.
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Santificare le feste oggi
È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è stata libera di ricominciare, di percorrere una strada nuova; fin qui, tutto bene. Peccato che ogni anno arrivi immancabile anche la stessa trita polemica sul significato politico di quel periodo burrascoso che precedette la liberazione, e ovviamente sulla memoria che se ne tramanda. Volete sapere qual è questo famoso significato politico? facciamo un passo indietro, perchè ci sono almeno due ordini di considerazioni da fare.
Innanzitutto bisogna ricordare cosa successe l’8 Settembre del ’43, quando il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, lesse alla radio questo messaggio:
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza
Dal caos che si formò subito dopo, con la Germania che prese possesso della penisola mentre i Reali e il governo scappavano al Sud, uscirono due entità: la Repubblica Sociale Italiana (fondata da Mussolini a Salò ma in pratica controllata dai nazisti) e la multiforme massa di persone chiamata collettivamente col nome di Resistenza, che se anche dovette passare attraverso contrasti e diatribe interne seppe coadiuvare gli Alleati nella dura lotta di liberazione del territorio italiano, e dare un’impronta democratica, libertaria e antifascista alla Costituzione qualche anno più tardi. Questo movimento era come un’idra, tante teste per un corpo solo nel bene e nel male (e sul male che fecero alcuni partigiani ormai si scrive da tempo, anche se Pansa è convinto di dissotterrare in continuazione lo stesso cadavere fresco), e se anche qualcuno aveva sogni sovietici ed antidemocratici ebbe la buona creanza di accantonarli, e combattere per una nazione che aveva bisogno di pace. Per questo la festa del 25 Aprile celebra chi stava da quella parte là, quella di chi voleva la Liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste, e non è semplicemente la festa dei caduti della guerra.
Un’altra considerazione da fare è che la Resistenza non è un semplice fatto storico, circoscritto a un certo periodo di tempo e dotato di un significato univoco: è invece il mito fondante della nostra Repubblica. Mi spiego meglio, ogni nazione ha alla sua origine un processo di mitopoiesi, come Roma aveva il viaggio di Enea e Atene il dono della Legge da parte della dea omonima, dai miti uno stato trae la sua legittimità, perlomeno nell’immaginario collettivo (e non va mai sottovalutata l’importanza dell’immaginario collettivo). Berlusconi, che proprio lavorando sulle immagini degli italiani si è fatto una carriera politica, si è da un lato prestato all’eterna battaglia della destra (non parlo della democrazia cristiana ma degli ex missini), ovvero far perdere di significato alla Resistenza e rendere nebulose le origine della Repubblica così da potersi infilare senza compromessi nel gioco politico (leggi: senza rinnegare, nemmeno pubblicamente, le loro origini fasciste), dall’altro lato ha portato un know how mistificatorio di livello decisamente superiore. In fondo lavora coi messaggi da più di vent’anni, è una materia che sa maneggiare molto bene.
Cambiare il nome da festa della Liberazione a festa della Libertà, invocare rispetto e pietà per i combattenti della parte avversa, instillare dubbi sulla sincerità delle intenzioni di una parte (quella peggio digerita) del movimento partigiano, sono tutti trucchi, tecniche che mirano non tanto a screditare la festa del 25 Aprile quanto a cambiarla di significato. L’idea di Berlusconi, e di tutta la galassia che ruota attorno alla sua personalità politica, è quella di costruire una sorta di immagine istituzionale che a loro è finora un po’ mancata per certi versi, ma come per la Costituzione che invece di essere rispettata si cerca di adeguare ai propri canoni di rispettabilità, così anche per la Storia e i valori della nostra Repubblica l’approccio è dal lato sbagliato: invece di andare loro incontro, si resta fermi e si pretende che siano loro ad adattarsi.
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Santificare le feste oggi
È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è s…
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Piacevolissimo Slow Foot
Ieri mattina sotto una leggera intermittente pioggerella abbiamo fatto la prima passeggiata Slow Foot a cavallo tra i territori di San Felice del Benaco e Puegnago del Garda, organizzata dalla nostra Associazione San Felice più Felice con una buonissima partecipazione considerato il meteo.
La definirei un’esperienza rivoluzionaria, importantissima.
Direte: cosa? Rivoluzionaria una passeggiata guidata in compagnia?
Beh, per me sì, osservavo silenzioso […]
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Contributi agevolati per l’edilizia
Video della Provincia di Trento in cui sono date informazioni riguardanti i contributi provinciali per l’edilizia.
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Donne e politica
Donne, giovani, ma anche appassionate di politica, con l’esperienza nell’amministrazione della res publica e il contatto con il territorio. Ce ne sono. Le veline non costituiscono una strada obbligata, la notorietà dello showbiz non è necessariamente un viatico del successo, forse gli elettori non traducono meccanicamente la notorietà in voti.
Per rimanere al lavoro di ricerca […]
27/04/2009 BURRASCA SUL GARDA CON DISAGI
Proprio in queste ore il Garda si sta “arrabbiando”. Al largo il peler, vento da nord, nord/est, crea onde con cavalloni alte oltre 1,50m. Sul lungolago di Gardone Riviera, seppur meno alte, le onde riescono a scavalcare il parapetto a lago e riversarsi sulla passeggiata. Nella zona Rimbalzello si infragono con spruzzi di 7-8 metri. I turisti in attesa dei battellli della Navigarda assistono incuriositi e un pò timorosi alle traballanti manovre di ormeggio. Gli sfiatatoi del lungolago si sono trasformati in geyser con getti d’acqua alti vari metri, e si riesce a percepire la vibrazione della soletta sotto i colpi delle onde. Il livello del lago molto alto fa sì che una normale burrasca crei disagi e preoccupazioni. Il timore è che le piogge di questi giorni mantengano alto se non addirittura incrementino l’altezza delle acque. I valori di erogazione nel Mincio sono sostenuti, ma devono tenere in considerazione la piena del Po, carico di acque raccolte dal Piemonte alla Lombardia, interessate da forti precipitazioni.
Inoltre l’abbassamento delle temperature previsto spesso innesca un rinforzo dell’intensità del peler con conseguente aumento del moto ondoso del Garda.
Claudio T.
LINK SU WWW.GARDAPANORAMA.IT
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Osservatorio Candidature / Berbenno
Secondo un percorso tipico di questi casi, anche a Berbenno, piccolo comune della Valtellina, un imprenditore che ha lasciato la guida dell’azienda al figlio decide di dedicare il suo tempo e la sua esperienza alla comunità locale. Si tratta di Vittorio Mainetti, fondatore e titolare della Valtecne.
Nei Microcosmi di cui tratta il sociologo Aldo Bonomi […]
Saggioro promette «più coinvolgimento»
VERSO LE COMUNALI. Presentata la lista di Sirmione che contenderà il municipio a Mattinzoli
(Domenica 26 Aprile 2009)
«Una civica per un autentico cambiamento e per contrastare certe persone, professioniste della politica che hanno spento progressivamente il bisogno di partecipazione e coinvolgimento dei sirmionesi». Ieri mattina al bar Centrale di Colombare si è presentato davanti ad un folto numero di sostenitori Guglielmo Saggioro, 56 anni, pensionato (è stato dipendente comunale per 30 anni) alla guida di Forza Sirmione Democratica, «nella quale si sono aggregate le forze della città che propongono un cambiamento nella politica locale e nel modello di amministrazione: ascolto delle istanze dei cittadini, apertura della giunta al dialogo e alla partecipazione». Sarà dunque Saggioro a contrastare Alessandro Mattinzoli (PdL-Lega-Vivere Sirmione) per la corsa alle comunali. Saggioro può vantare un’eccellente conoscenza della macchina comunale, avendo sviluppate le competenze e le qualità necessarie, sostengono i suoi fans, «a guidare Sirmione». Saggioro, nel rispondere alle domande, ha assicurato che, pur in presenza di una lista eterogenea, «c’è un’ampia intesa sui programmi grazie ad un gruppo coeso e determinato». Quanto ad una passata vicenda giudiziaria, il capolista di Forza Sirmione Democratica ha reso nota una notizia finora mai trapelata. «Sono stato coinvolto in quella storia perché ero un dipendente comunale e, chissà per quali giochi di potere, ne ero rimasto coinvolto. Ma con sentenza d’appello sono stato prosciolto perché il fatto non sussiste, la sentenza stessa è stata notificata 7 mesi fa al Comune che finora non ha detto nulla». Infine, Saggioro ha assicurato che «verranno ripristinate le commissioni e i consigli di quartiere» rivendicando che «a Sirmione ci saranno due sole liste grazie all’impegno della sua civica» (M.TO. da bresciaoggi.it)
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Oblivion
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