16° Sympatex BIKE Festival di Riva del Garda

16° Sympatex BIKE Festival di Riva del Garda
Da giovedì 30 aprile a domenica 3 maggio, a Riva del Garda

La manifestazione inaugura la stagione europea della mountain-bike si svolgera in quattro giornate, si aspettano a Riva più di 20000 spettatori che potranno visitare lo spazio epositivo dove troveranno più di 130 aziende e in serata ammirare le evoluzioni dei biker in salti acrobatici e spettacolari .

Marco B.

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http://gardapanorama.blogspot.com/2009/04/16-sympatex-bike-festival-di-riva-del.html

Concerto Bande a Tiarno di Spora

Venerdi 1 Maggio a Tiarno di Sopra, presso l’Auditorium, ore 20.30 , Concerto della Bandina della Valle di Ledro con la Musikschule di Müllheim.


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AGGIORNAMENTO TEMPERATURE H20 DEL GARDA

Come di consueto siamo ad aggiornare le rilevazioni delle acque del Garda, riportando in tre grafici le temperature a 30 cm di profondità, a 300 cm e le differenze rispetto all’anno 2008.

Nel pubblicare i grafici siamo a notare che dopo un inverno che ha tenuto le temperature al di sotto dell’anno scorso vi è stato un recupero repentino e addirittura nella seconda decade 2009 la temperatura dell’acqua risulta di 1°C superiore a quella del 2008.
per avere tutti i dettagli e per vedere i grafici a dimensioni corrette visitate la pagina dedicata su www.gardapanorama.it all’indirizzo di seguito riportato
Marco B.

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del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

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http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/del-porcellum-si-butta-via-poco.html

del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

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del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

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del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (pol…

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arrivano le prime idee

E’ bastato aprire il form ed ecco le prime proposte.
Parto con la primissima. Questa arriva da Marco:

non sai star fermo, ok.
se vorrai mi metto a tua disposizione anche se non a pieno tempo per valutare aspetti importanti e condivisi.
il suggerimento è di snellire la politica e accorparla, avere paesi con amministrazioni in carica con 500 […]

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http://blog.zuin.info/?p=998

Bubbl.us

(Usare i comandi in alto a sinistra per centrare e ridimensionare.)

Per usarlo anche voi, dovete solo andare su www.bubbl.us e lavorare. Conviene fare la registrazione per salvare i vostri lavori, ma non è necessaria per provare. E visto che siamo nell’era del 2.0, potete ovviamente condividere i vostri schemi con i vostri amici. Come si capisce dal fatto che l’anteprima in questo post non è centrata né ridimensionata, devo ancora imparare ad usarlo, ma ora che gli esami si avvicinano, avrò certamente modo di esercitarmi.

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Soddisfatto della 9.04

Sono veramente soddisfatto di Ubuntu 9.04.
La comunità e la Canonical hanno fatto un gran lavoro, che merita i miei complimenti.
Velocità del sistema aumentata, maggiori supporti hardware e una grafica molto più curata rispetto alle scorse versioni ne fanno un ottimo prodotto, ancora più competitivo rispetto a windows e MacOSX.
Andate QUI per scaricarlo.
Tra l’altro non ho mai detto che si può provare anche su macchina virtuale se non volete toccare il vostro disco fisso.
Virtual Box è una delle varie virtual machine che si possono trovare, col vantaggio che è gratuita.
In questo modo verrà simulato un disco dove potete installare un altro sistema operativo, senza timori di rovinare il vostro computer, dato che è tutto virtuale.

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http://filisetti.blogspot.com/2009/04/soddisfatto-della-904.html

Nuovo e vecchio blog a Bolzano

Nel panorama del blogging bolzanino ho due novità. La prima riguarda il neonato blog di Michael scritto un po’ in inglese e un po’ in tedesco. È già pieno di contenuti per avere neanche un mese. Ammetto che mi fa un po’ specie vedere un blog senza contatore visite, ma così è : )
La seconda news in realtà lo è per me. È il blog ospitato sul sito della Provincia dell’Alto Adige nel quale chiunque può contribuire. L’ho scoperto pochi giorni fa e segnalato su Twitter, ma penso che l’idea meriti una presentazione un pelo più elaborata.

Il blog è più vecchio del mio, almeno a giudicare dal primo post accessibile dall’archivio che risale al 20 giugno 2006. Altro che novità, dunque. Sta di fatto che io l’ho scoperto lo scorso fine settimana e di blog simili non ne ho trovati molti in giro. Credo sia l’unico nel suo genere.

“Il Blog Alto Adige è uno spazio aperto creato per confrontarsi direttamente, per condividere esperienze e vacanze in Alto Adige, per farsi consigliare o per aiutare altri ad organizzare la propria vacanza in montagna. Non utilizzando filtri preventivi, ci appelliamo ad un comportamento corretto.” – [tratto dalle Regole]

A me pare un’idea molto carina. Per contribuire al blog, è sufficiente inserire alcuni dati propri insieme al contenuto del post. Nessuna iscrizione, nessun documento. C’è pure un concorso per incentivare la partecipazione, anche se non credo che sia il vero stimolo per gli scrittori.
Per la sua finalità, creare confronto e dialogo tra gli utenti, penso che un forum sarebbe più adatto, ma posso capire la scelta del blog, perché la cosa veramente importante è il resoconto della vacanza del primo scrittore e dunque il blog concede la giusta visibilità e formalità al contenuto principale. Il dialogo si sviluppa poi nei commenti, completamente autogestiti dagli utenti.

Per quanto riguarda produzione e consumo dei contenuti, credo che si fosse pensato ad un uso “mordi e fuggi”. Se questo fosse il caso, mi sembra che l’utenza si sia sviluppata nel senso opposto creando una piccola community intorno ad ogni post o a certe categorie di post (turismo culturale, sportivo, festaiolo …). A volte tra i commenti si trovano il botta e risposta solo di due o tre utenti.

Non so se lo strumento del blog sia proprio efficiente per gli obiettivi del servizio. Forse è il più efficiente tra i vari. La cosa più adatta che mi viene in mente è una struttura personalizzata simile a quella di Yahoo! Answers, ma richiederebbe un investimento elevato.
Sta di fatto che è un bel servizio e, se qualcuno ne conoscesse di simili, mi piacerebbe conoscerne degli altri.

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Promessi Sposi in 10 minuti

Sul blog di Gigi ho visto questo video: la parodia dei Promessi sposi in 10 minuti, tutta cantata, fatta dagli Oblivion. E’ così bello e divertente che non posso fare a meno di riportarlo:

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http://filisetti.blogspot.com/2009/04/promessi-sposi-in-10-minuti.html