Riceviamo (dal sindaco di Padenghe sul Garda) e volentieri, per dovere di cronaca pubblichiamo:
Cari concittadini,
quasi due anni fa, il 26 maggio 2019, mi avete eletto vostro Sindaco. Ho accettato il mandato con onore, senso di responsabilità e con una convinzione ben precisa: per raggiungere i migliori risultati bisogna avere una squadra di fiducia. Può non esserci sempre identità di vedute ma non deve mai venir meno la lealtà.
La fiducia che ho ricevuto dai cittadini l’ho data, a mia volta, alla squadra di lavoro che avevo scelto per portare avanti il programma amministrativo.
Abbiamo affrontato la situazione di emergenza in un clima di incertezza generale, ma la comunità di Padenghe ha dato prova di grande umanità, coesione e senso civico. Grazie anche a questo ce l’abbiamo fatta.
Ora che si impone un cambio di passo per uscire dalla crisi, la lealtà della squadra è venuta meno e non ho potuto che prenderne atto.
L’accusa di aver causato un “ribaltone” non mi tocca. Anzi, ritengo di aver agito in coerenza con il mandato ricevuto dagli elettori, che hanno scelto una persona, un programma, un’idea di amministrazione pubblica come servizio e non come interessi. Tutto questo non solo non è cambiato, ma ne può uscire rafforzato.
Il clima che si respirava ultimamente all’interno della maggioranza non permetteva di assolvere serenamente il mandato affidatomi, alimentato da chi si poneva con un accento di preminenza che pesava sull’equilibro e sulle scelte amministrative.
Mi sono chiesto: la “buona amministrazione” che avrei scippato, di cui si parla in questi giorni, è quella che mi ha visto impegnato finora a risolvere problemi del passato? No grazie. Per me la buona amministrazione è un’altra, quella di fatti concreti e di risposte solerti, valutate con estrema attenzione mettendo sempre al centro l’interesse della collettività.
Non sono animato da spirito polemico e non intendo replicare agli attacchi già visti e che vedrò. Credo di essere una persona positiva che guarda in avanti e non all’indietro. Se faccio una breve cronistoria degli ultimi avvenimenti è solo per far capire le ragioni della mia scelta, che non sono dettate dalla convenienza o dalle logiche della politica.
Nel mese di novembre 2020, in seguito all’adozione della Legge Regionale 18/2019 sulla rigenerazione urbana e territoriale, in sede di Consiglio Comunale mediante un emendamento, ho tutelato il nostro territorio, contenendo un concetto urbanistico troppo espansivo, elaborato in autonomia, dall’allora assessore all’urbanistica Patrizia Avanzini. Una proposta elaborata e portata al voto senza condivisione e senza essere preventivamente presentata alla Commissione competente.
Una distrazione? Una forzatura? In ogni caso un inciampo e un problema.
E dai problemi non mi sono mai tirato indietro anche quando una mozione, presentata il 12 aprile 2021 da sei Consiglieri di maggioranza, poteva vanificare l’impegno che porto avanti da mesi, su incarico del Consiglio di Amministrazione, per la soluzione della crisi della RSA. Com’è noto la Casa di Riposo deve rispondere di un contenzioso di oltre un milione di euro.
Nella sostanza, la mozione avrebbe voluto addebitare ai cittadini tale somma. Ho più volte ribadito che, oltre a non essere tecnicamente possibile, non reputo corretto che gli effetti di una scelta sbagliata fatta da chi amministrava la RSA nel 2012, ricada sull’intera collettività. Da qui l’impegno costante a cercare una soluzione alternativa che potesse tutelare i nostri anziani, i dipendenti, la struttura e la Fondazione, bene sociale imprescindibile per le Comunità di Padenghe e Polpenazze.
Il confronto per la discussione sulle conseguenze che tale atto poteva significare per la tenuta dell’amministrazione, è stato anticipato dal deposito a protocollo, al mattino stesso, nonostante avessi anticipato ai firmatari che questo avrebbe sancito una sfiducia nei miei confronti e la rottura della compagine amministrativa.
Peraltro uno di questi, Mario Zanoni, membro del consiglio di amministrazione della fondazione, ha sempre espresso parere favorevole alle soluzioni transattive discusse.
Quando ci si vede rifiutare il confronto, diventa più difficile parlare di distrazione o di forzatura. Ma forse chi si considera la “maggioranza della maggioranza” non ha bisogno di confrontarsi.
Chi mi conosce, sa che invece dal confronto non mi sono mai sottratto; la mia porta è sempre aperta e lo era anche il 30 aprile, quando a poche ore dal Consiglio comunale, mi sono visto recapitare tramite e‑mail e senza preavviso, la comunicazione di mancata partecipazione dei sei Consiglieri, con la consapevolezza che il gruppo consiliare di opposizione avrebbe potuto bocciare ogni punto all’ordine del giorno mettendomi in evidente difficoltà.
Di fatto, un atto di sfiducia e di arroganza che meriterebbe il nome di “sgambetto”.
Resta il dubbio che la vera intenzione non fosse quella di alzare il livello del confronto, che peraltro non è stato mai richiesto, bensì quella di creare una frattura premeditata applicando un crescente ostruzionismo al mio operato.
Ma al gioco “tanto peggio tanto meglio“ a spese dei cittadini io non ci sto. Non si può ingessare ogni attività del Comune, o far saltare il banco e lasciare Padenghe senza un’amministrazione, con una guerra di logoramento.
In troppe occasioni sono stato messo in difficoltà da manovre che mi hanno spinto a cercare altre strade per uscire da questa situazione.
Ho trovato appoggio e coesione nei Consiglieri comunali che, con senso di responsabilità, hanno deciso di sostenermi condividendo un programma comune per portare a termine il mandato amministrativo all’insegna della leale collaborazione e dell’intesa politica.
I presupposti per portare a termine con successo il percorso amministrativo ci sono. Guardo al futuro con rinnovato slancio, certo di avere al mio fianco una squadra dove tutti sono importanti ma dove nessuno può né vuole vincere da solo.
Cordialmente,
Albino Zuliani
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