«Sto bene, sono tranquillo. Ora bisogna andare avanti». Lo ha detto Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia, destinatario lo scorso 22 settembre di un pacco bomba anonimo, recapitato nella sede a Lonato del Garda della Feralpi Group, azienda siderurgica da lui guidata.
All’interno della busta rossa grande poco più di un foglio A4, un congegno rudimentale con detonatore e polvere da sparo. Ospite della trasmissione «Messi a fuoco» di Teletutto il leader degli industriali bresciani – ora sotto scorta – ha dichiarato: «La mia vita non è quella di prima, è diversa, essere sotto scorta non è facile. Certo, dieci giorni fa non mi hanno fatto un bel regalo, ma ora bisogna andare avanti. Sono comunque tranquillo. Ora bisogna capire se si tratti di accanimento contro gli industriali o se sia stata una scheggia impazzita. Le indagini sono in corso, mi affido alla giustizia e ringrazio tutti della vicinanza».
Pasini nelle scorse settimane ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà da tutta Italia. Tra questi, anche quello di Marco Bonometti, numero uno di Confindustria Lombardia, anche lui bresciano e suo predecessore alla guida degli industriali della Leonessa. Bonometti, a sua volta sotto scorta da inizio estate, aveva ricevuto una busta contenente un proiettile, rivendicata dal gruppo dei Nuclei proletari lombardi.
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