Omicidio nautico, pene più alte: legge ferma da due anni

Troppo tardi. È servita purtroppo una tragedia per accendere i riflettori su un vuoto normativo evidente da tempo. E che la politica italiana poteva già colmare due anni fa.

Omicidio nautico. Era stato infatti presentato il 9 luglio 2019 il disegno di legge per l’introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche su iniziativa del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni che, con altri firmatari dello stesso partito tra cui il senatore bresciano Gianpietro Maffoni, aveva di fatto chiesto di equiparare le norme della navigazione a quelle previste per la strada.

EMBED [Omicidio nautico: il testo] «Quelle dei due ragazzi sul lago di Garda sono morti annunciate e la politica ha le sue responsabilità» tuona Balboni. Il suo disegno di legge è fermo in commissione dopo una serie di rinvii. Durante la discussione «i senatori Pillon e Caliendo hanno espresso dubbi che discendono dalla cattiva tecnica redazionale della norma sull’omicidio stradale, da cui il presente disegno di legge attinge» è stato scritto nel verbale di una seduta del 5 novembre 2019.

Il primo luglio 2020 «la senatrice Modena giudica un errore già l’approvazione, nella scorsa legislatura, della norma incriminatrice per l’omicidio stradale. Concorda il senatore Caliendo, secondo cui l’arresto in quella disciplina rischia di confliggere con l’obbligo giuridico di prestare soccorso».

Iter troppo lungo. «Dieci giorni fa ho chiesto di istituire un comitato ristretto tra partiti per indirizzare gli emendamenti e accelerare l’iter, ma sono ancora in attesa di risposta» aggiunge. Nel 2016 quando il Parlamento approvò la legge sull’omicidio stradale «si scelse di stralciare la parte relativa alla nautica perché si ritenne più opportuno inserirla in una imminente riordino del codice della nautica da diporto che poi non vide luce» si legge nelle carte del Senato. «Con il disegno di legge proposto si intende colmare una vera e propria lacuna normativa, inaccettabile perché non rispondente a criteri di proporzionalità tra i beni che si mettono a repentaglio e l’atteggiamento psicologico del reo, inaccettabile ancor di più ove si pensi che la medesima persona, responsabile della morte di un’altra, alla guida di un’automobile rischierebbe fino a 18 anni mentre alla guida di un’imbarcazione può cavarsela con appena sei mesi» scrisse l’esponente di Fratelli d’Italia nel comunicato del luglio di due anni fa alla presidenza della Commissione.

«E pensare – aggiunge oggi Balboni – che imbarcazioni fino a 40 cavalli possono essere guidate anche senza patente. Come dire che uno senza patente si può mettere al volante di un’auto di cilindrata mille».

Le pene previste. La richiesta, sulla quale oggi dopo la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, la politica potrebbe finalmente decidere di lavorare prevede di «sanzionare con la pena della reclusione da 2 a 7 anni chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima e interna. L’aumento di pena da 8 a 12 anni è previsto per le ipotesi in cui il fatto sia commesso da soggetto che si sia posto alla guida di una imbarcazione a motore in stato di ebbrezza alcolica, con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro. È punito invece con la pena della reclusione da cinque a dieci anni l’omicidio colposo commesso dai conducenti di imbarcazioni in stato di ebbrezza alcolica con tasso alcolemico superiore a 0,8 ma inferiore a 1,5 grammi per litro». In caso di incidente nautico scatterebbe l’obbligo dell’alcol test, non potrebbe più accadere un caso come quello di Salò, in cui uno dei due tedeschi accusati di duplice omicidio colposo e omissione di soccorso si è rifiutato di sottoporsi al prelievo di sangue per accertare la presenza in corpo di alcol e droga. Il disegno legge per l’introduzione del reato di omicidio stradale prevede poi «un aumento di pena da un terzo a due terzi ed una pena minima comunque non inferiore a cinque anni, per il conducente responsabile che si sia dato alla fuga».La tragedia di SalòTra dolore, indagini, regole

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