Tra le piccole curiosità che ho scoperto a Cuba (e le foto? già viste? bravi…) ce n’è una in particolare che mi ha colpita e mi ha indotta a profonde riflessioni socio-economiche che voglio portare a conoscenza dei miei lettori.
Il fatto è il seguente: laggiù, nelle toilette dei locali pubblici, non c’è la carta igienica.
Non è che manchi per incuria o dimenticanza: no, non c’è proprio per scelta, non troverete nemmeno l’apposito portarotolo, o le salviettine monofoglio, nulla di nulla.
Prima di entrare nei servizi, troverete però ad accogliervi una gentile signora che, con aria fiera, vi offrirà qualche strappo del prezioso accessorio. A chi 3/4 strappi, a chi invece 7/8. Ora, come ella faccia a stabilire la quantità da distribuire a ciascuno soltanto guardando l’espressione del viso dello stesso, naturalmente è un segreto professionale, frutto di approfonditi studi di settore.
Facciamo dunque questa considerazione: ogni locale pubblico ha un bagno, ergo, ogni locale pubblico ha un dipendente addetto alla mansione di consegna della razione di carta igienica spettante.
In Italia purtroppo abbiamo degli squallidi oggettini del valore di pochi euro che assolvono alla funzione che a Cuba equivale invece ad 1 posto di lavoro. Proviamo a pensare a quanti locali abbiamo qui e a quanti posti di lavoro inutilmente sprecati. Indi per cui dico: rottamiamo i portarotoli e poniamo un freno alla disoccupazione!
L’unico quesito che mi è rimasto è questo: come si chiamerà colui/colei che fa questo mestiere? Il “portarotolaio”? Mmmh, forse a Cuba.
Qui verrebbe immediatamente riqualificato come “assistente alla seduta”.
Vai articolo originale: http://www.lapaoly.net/2008/il-portarotolaio/