Si è tenuta una nuova udienza per Ruben Andreoli, il magazziniere di 45 anni accusato di aver ucciso la madre Nerina Fontana, 72 anni, il 15 settembre dello scorso anno nella loro abitazione di Lugana di Sirmione. Il drammatico episodio si è svolto in via XXIV Maggio, dove madre e figlio condividevano la casa. Andreoli ha colpito la madre con violenza estrema, uccidendola a calci e pugni, secondo le accuse.
In aula, un carabiniere intervenuto la sera del delitto ha riportato la propria testimonianza: «Andreoli era seduto sul divano, ci ha raccontato di aver avuto una discussione. Indossava scarpe, calze e pantaloni sporchi di sangue. La madre era prona sul balcone, insanguinata»**, ha dichiarato il militare. Le circostanze macabre e il quadro degli eventi stanno emergendo sempre più chiaramente durante il processo.
I vicini di casa hanno fornito ulteriori testimonianze, confermando la brutalità del gesto. Uno di loro ha raccontato di aver sentito un urlo inizialmente confuso per una lite tra giovani. Guardando fuori, ha visto Andreoli che calpestava violentemente la madre, colpendola senza sosta. «Ho urlato di smettere, ma lui continuava. Saltava su tutto il corpo di lei, attaccato alla ringhiera»**, ha descritto il vicino.
Un’altra vicina ha confermato i dettagli strazianti: «Ho sentito Nerina chiedere aiuto, poi lui l’ha spinta a terra. L’ha colpita ripetutamente sui fianchi, l’ha presa per i capelli e l’ha sbattuta a terra tre volte. Il rumore era come quello di un vaso che si rompe», ha testimoniato la donna.
Roberto Pisano, ex poliziotto e vicino di casa, è stato colui che ha bloccato Andreoli. Ha raccontato di aver sentito le urla e, dopo aver suonato alla porta, la moglie di Andreoli gli ha aperto. Ha trovato Ruben mentre afferrava la madre per i capelli e la sbatteva contro il balcone. Pisano lo ha fermato, portandolo in casa senza incontrare resistenza. «Mi ha raccontato che l’aveva colpita perché non andavano d’accordo da tempo, e perché lei aveva buttato via le foto del matrimonio», ha spiegato l’ex poliziotto.
Durante l’udienza, Andreoli ha rilasciato dichiarazioni spontanee, confermando i problemi di convivenza con la madre: «Negli ultimi 10 giorni non parlavamo più. Quel giorno abbiamo iniziato a discutere, lei era sulla poltrona e io sul divano. Poi mia moglie è arrivata e mi ha strappato la maglia per fermarmi», ha dichiarato l’imputato.
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