Nulla si crea, nulla si distrugge. Neanche la ricchezza durante la crisi

Mi sento quasi imbarazzato a voler contraddire un post di Luca De Biase. Forse mi sbaglio, ma dire, come dicono in molti, che con l’esplosione delle bolle finanziarie, non solo l’ultima ma tutte, la ricchezza scompare mi sembra incorretto. Tecnicamente il denaro non si crea ma si distribuisce. Forse male, ma è in continua riallocazione nel senso che passa dalle tasche di alcuni a quelle di altri. Potremmo discutere su cosa si intende con richezza, cosa con denaro, cosa con utilità, ma seguitemi un attimo.

Ammettiamo che si stia formando una bolla. Come funziona? Che di vendita in vendita, di scambio in scambio un titolo venga sopravvalutato sempre di un pochino in più. I motivi che ci stanno dietro, se questo accade in buona fede, sono dovuti all’ottimismo che quello che il titolo sta a indicare nel futuro avrà un valore maggiore di quello odierno. Se in tanti lo pensano, tanti vorranno comprare il titolo, così aumenta la domanda, l’offerta è fissa e il prezzo sale. E continua a salire, perché la gente presa dall’euforia di veder salire il titolo continua a compare pensando di poter rivendere ad un prezzo più e guadagnarci.

Di ricchezza non ne è stata né creata, né distrutta. Semplicemente quelli in fondo alla catena di vendite e acquisti hanno comprato un titolo ad un prezzo superiore al suo effettivo valore. Nulla di sbagliato in questo. Lo fanno tutti. Alle volte in effetti le cose vanno come si spera e la cosa concreta cui si riferisce il titolo va davvero bene. Altre volte no. E quando la gente se ne accorge si vuole liberare, come un pilota si butta da un aereo che precipita. Il prezzo del titolo cala perché la domanda è calata (chi comprerebbe un titolo che promette di valere sempre meno?) finché non pareggerà, oscillandoci attorno, il valore effettivo della cosa che indica.

Se prima giravano € 100, adesso sul mercato ce ne sono ancora 100. Soltanto che dal momento di partenza a quello di arrivo si trovano in tasche diverse. Chi ha venduto prima che il titolo raggiungesse l’apice della parabola c’ha guadagnato, chi ha comprato dopo ci ha rimesso. Il denaro che si dice essere andato in fumo, in realtà non è mai esistito! Si trattava solo di proiezioni troppo rosee di un futuro mai avveratosi.

Per riassumerla in due parole, quello che ora crolla, qualcuno prima l’ha montato.

Forse la mia spiegazione è un po’ semplicistica, ma fino a prova contraria non posso credere che qualcuno si sia messo a dare letteralmente fuoco alle banconote e a fondere monete. Ora aspetto i commenti di chi di questo ne sa più di me, per imparare.

Prego.

[Nell’immagine, fronte e retro del toro di Wall Street. Perché non c’è solo un lato della medaglia]

Vai articolo originale: http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/EpEp74MDgxM/nulla-si-crea-nulla-si-distrugge.html