Leggo gli articoli che parlano dell'incidente di Trieste di cui ho informazioni di prima mano per misurare la distorsione che si produce tra ciò che è accaduto e ciò chesi dice o che si insinua.
E' un incidente, non una fatalità, le norme e le procedure servono a ridurre il rischio non a eliminarlo, le indagini chiariranno se ci sono errori progettuali, cedimenti strutturali, o quant'altro.
Trovo però strumentale il continuo riferimento al fatto che il ragazzo morto fosse un avventizio assunto sul posto per fare lavori di supporto ai tecnici in cambio di un compenso modesto e di un posto al concerto: non doveva essere in quella zona, forse non ha capito il pericolo quando la struttura ha ceduto ma… quanti studenti non vorrebbero lavorare nello staff di un coincerto rock, guadagnare qualcosa e avere accesso allo spettacolo? Non lo so, non mi piace, suona falso perbenismo, sorpreso che uno studente faccia lavoretti per mantenersi o per pagarsi un concerto.
Trovo anche peggio il richiamo ai cinque o sei euro l'ora: ma scusate, quanto prende un operaio? O un neoassunto a formazione-lavoro, una commessa? (5×8=40 40×5=200 200×4=800 euro al mese) Quanto prende il giornalista (magari freelance da casa, parcella di prestazione occasionale) che ha scitto l'articolo? Non so, non mi piace, mi pare falsa indignazione.
Mi sembrava equilibrato il servizio del Manifesto, mi sembra composto il messaggio di Lorenzo Cherubini su Facebook, allestire un palco per uno spettacolo è un lavoro che richiede competenza ed è un lavoro faticoso e pericoloso e bisogna ricordarlo sempre anche e soprattutto quando va tutto bene e il concerto è un tripudio di applausi e un successo anche grazie al loro lavoro.
Quelli che se ne accorgono solo quando c'è l'incidente mi sembrano come quelli che si indignano a intermittenza, con faccia truce e parole sonanti ma con il cuore immobile, passando da un senegalese ucciso a un immigrato annegato, dal crollo di una scuola a un incidente in moto all'alluvione di Genova con la stessa superficialità di chi si indigna perchè non ci sono più le mezze stagioni.
Non lo so, non mi piace.
C'è un mondo là fuori pieno di ingiustizie e bisogna lavorare sodo per cambiare e non basta indignarsi, bisogna agire per rimuoverle, per fare di più dove non si fa abbastanza ma con l'onestà intellettuale di non giudicare ciò che non si comprende, tacere a volte è meglio: almeno per rispetto di chi ha perso la vita.
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