«Non fu colpa dei medici, Samuele Freddi morì per la spinta dell’amico»

Omicidio preterintenzionale. Questa l’accusa per la quale il sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo ha chiesto il rinvio a giudizio del ventenne che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, una sera di fine luglio di due anni fa, nel corso di una lite per motivi banali, colpì Samuele Freddi, lo fece cadere a terra e innescò quella reazione a catena che si concluse con l’esito più tragico: la morte del ragazzo di San Felice del Benaco.

La consulenza

Grazie ad una complessa consulenza medico legale, che ha richiesto parecchi mesi di lavoro e diverse proroghe, il magistrato ha escluso che la morte del giovane possa essere dipesa da concause, in particolare da un’errata gestione clinica del suo caso. Samuele, la sera stessa della caduta, si presentò in ospedale a Gavardo, fu sottoposto ad accertamenti clinici e firmò le sue dimissioni. Tornò a casa in condizioni almeno apparentemente ottimali. Parlò con mamma e papà. L’indomani morì in maniera tanto repentina da impedire ai soccorsi anche il minimo intervento.

EMBED [Samuele Freddi, 20 anni, morto a Manerba del Garda]

L’autopsia stabilì che a provocare la morte del ragazzo fu l’emorragia cerebrale, anche se non particolarmente estesa, compatibile con la caduta provocata dall’amico e con il trauma cranico dovuto all’impatto al suolo.

Secondo le valutazioni dei consulenti del pm Samuele Freddi venne trattato come avrebbe dovuto; i medici non avrebbero potuto salvarlo agendo diversamente, tanto più che il ragazzo firmò le sue dimissioni, interruppe il periodo di osservazione e se ne tornò a casa. La richiesta di rinvio a giudizio, formulata nell’autunno scorso a carico dell’amico di Samuele Freddi, non ha ancora avuto un riscontro da parte del gip: l’udienza preliminare non è per il momento stata fissata.

Dramma nel dramma

Tre mesi dopo la morte di Samuele la sua famiglia fu colpita da un’altra tragedia. La mamma del ragazzo svanì nel nulla il 27 di ottobre. Il suo corpo, senza vita, venne trovato due settimane dopo non distante casa. Fu restituito dal lago, nei pressi del promontorio di San Fermo, del luogo dove fu inquadrata l’ultima volta, mentre scavalcava una recinzione e si avviava verso un pontile, con la morte nel cuore.

EMBED [box Newsletter BUONGIORNO]

Vai articolo originale: https://www.giornaledibrescia.it/garda/non-fu-colpa-dei-medici-samuele-freddi-mor%C3%AC-per-la-spinta-dell-amico-1.3870414

Lascia un commento