Non aprite quei vagoni

Trenitalia sceglie di bloccare le porte che collegano i vagoni della classe Standard con quelle superiori. Il Corriere commenta la scelta (legata a motivi comprensibilissimi d’impresa) con:

Avete capito bene: niente «passeggiatine» per sgranchire le gambe se non all’interno dei quattro suddetti vagoni. Le porte sono bloccate.

Purtroppo non trovo più il link all’articolo in cui il Corriere ha commentato la scelta di Alitalia di far volare gli aerei (per accontentare chi è ricco e voleva arrivare più in fretta a destinazione) augurandosi una class-action di chi soffre di vertigini. Non trovo neanche quello che incrimina l’uso di carta riciclata di affossare il sostentamento dei poveri coltivatori di alberi. Per non parlare delle aspre denunce contro la Kodak che per prima mise il bottoncino per scattare le fotografie sulla destra, in barba ai mancini che non avrebbero mai potuto scattare fotografie belle quanto i destrimani.

Essendo che la nuova politica di Trenitalia viola buona parte dei diritti fondamentali dell’uomo (mica hanno leso solo il diritto sancito dalla Costituzione della «passeggiatina») si esprimono anche le associazioni dei consumatori in merito alla questione:

«E se un passeggero soffre di claustrofobia?», chiede un po’ provocatoriamente Alessandro Miano, di Assoconsumatori.

Intanto l’AIA (Associazione Italiana Agorafobici) festeggia la scelta di Trenitalia e teme che le polemiche di Assoconsumatori possano portare alla riapertura delle porte.

[Nell’immagine Galdalf durante le riprese del film di denuncia «Non aprite quella porta!»]

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