Nella maxi esercitazione a Desenzano il campeggio diventa come una piccola città

L’obiettivo era prepararsi a uno scenario purtroppo non così remoto: la ricerca di una persona scomparsa, fragile e in difficoltà, forse intenzionata a togliersi la vita. La Protezione Civile del basso Garda ha voluto mettersi alla prova in questo, ieri mattina, con una nuova esercitazione calata nella realtà. 

Una trentina di volontari in campo, al solito guidati e coordinati dal presidente Luca Trincia, con mezzi dispiegati e centrale operativa allestita, hanno letteralmente invaso il campeggio San Francesco grazie alla disponibilità della titolare, Margherita Facchini, alla quale alla fine è stata anche consegnata una targa, in ricordo della giornata e a testimonianza della gratitudine del gruppo. Gratitudine, perché ha messo a disposizione l’intera sua struttura ricettiva: in estate qui si ospitano fino a duemila persone.

Doppio test

Di fatto, un piccolo paese nel quale i volontari hanno avuto modo di testare la propria preparazione. Ma non solo questo: «Anche per noi è stata una piccola esercitazione – sottolinea Facchini – perché situazioni come quella che è stata ricreata possono capitare ovunque, anche in realtà come la nostra che accolgono così tanti ospiti. In più, quando i volontari hanno chiesto la nostra disponibilità, non abbiamo potuto dire di no: si spendono molto per la collettività, abbiamo trovato giusto appoggiarli». E così ieri mattina è stato il momento delle grandi manovre.

EMBED [I volontari durante la simulazione a Desenzano]

Tutto è filato come se si fosse nella vita vera. L’allarme è scattato attorno alle 8.30: un ragazzo di 35 anni in un periodo di particolare difficoltà si è allontanato da casa diretto al campeggio, con la probabile intenzione di volersi togliere la vita. Una volta giunta sul posto, la Protezione civile ha suddiviso il San Francesco in settori, stabilito una base operativa e dato il là alle ricerche, sempre coordinate via radio. Sono stati scandagliati i vari «quartieri» della struttura ricettiva e la spiaggia, si è battuta tutta la zona del torrente che scende a lago fino a quando, dopo qualche ora, il 35enne è stato ritrovato sano e salvo.

Naturalmente nessuno dei volontari in campo era al corrente di dove fosse andato a nascondersi: «Abbiamo voluto cimentarci in uno scenario come questo per prepararci qualora si vedesse necessario un nostro intervento del genere – rimarca il presidente Trincia -. E abbiamo scelto di svolgere questa esercitazione al San Francesco perché, per estensione e conformazione, assomiglia a un piccolo paese. Un altro modo per metterci a disposizione, preparati e addestrati, della comunità».

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