Musetti da volpe, zampette da antilope e orecchie che ricordano quelle di un pipistrello: i tre piccoli “lupi sudamericani” del Parco Natura Viva di Bussolengo non hanno che due mesi di vita e nonostante mamma Thea si sia prodigata a tenerli il più nascosti possibile, già si danno man forte per esplorare in ogni angolo l’esterno del proprio reparto. Oltre i cancelli chiusi e i sentieri forzatamente deserti dunque, la biodiversità non si ferma e sfoggia le infinite forme che riesce ad assumere: questi esemplari sembrano somigliare più ad una combinazione di specie ma oltre gli appellativi che vengono dati loro, rispondono in realtà al nome di “crisocioni” e in Brasile, si trovano a che fare con una deforestazione che galoppa al ritmo del 2% all’anno.
“Siamo riusciti a sottoporre i tre cuccioli alla visita veterinaria solo dopo aver lasciato che Thea, giovane primipara, li tenesse nascosti tra la paglia per il tempo che ritenesse necessario”, spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva. “Riuscivamo solo ad intravederli e non sapevamo se tutto stesse andando per il meglio ma poi il controllo ci ha rivelato una femminuccia e due maschietti in ottima salute, molto ben accuditi dalla loro mamma”. Thea infatti non solo si è accorta subito di averne uno dei tre un pò meno reattivo degli altri, ma lo ha anche accudito con maggiore attenzione portandolo fino ad oggi in perfetta forma. Arguta anche nel mettere in campo delle vere e proprie manovre diversive per confondere eventuali pericoli: lei si mostrava ai keeper del Parco tenendo lontana l’attenzione dai piccoli mentre la costruzione di diverse tane ben dissimulate tra i tronchi, le permettevano di spostarli spesso. “Ma ora sono grandicelli e non è più così facile tenerli a bada”, conclude Avesani Zaborra.
Purtroppo, non a tutte le mamme crisocione è concesso di seguire la propria prole utilizzando l’istinto in tutta tranquillità: nelle praterie e nelle boscaglie di Brasile, Paraguay, Argentina e Perù, l’incessante conversione delle aree naturali in zone antropizzate sta sottraendo a questa specie lo spazio vitale, esponendola ad un numero sempre maggiore di incidenti stradali. Gli incontri sempre più frequenti con gli animali domestici poi, la rende soggetta a contrarre malattie letali, oltre al rischio costante — in quanto predatrice — di essere bracconata dall’uomo. E se dovesse scomparire, con il crisocione scomparirebbe anche un elemento chiave di un intero habitat.
EMERGENZA COVID19
E’ possibile adottare simbolicamente i baby crisocioni insieme all’acquisto di un biglietto a data aperta 2020 per sostenere la sopravvivenza del Parco Natura Viva (www.parconaturaviva.it/emergenza): tutto il ricavato sarà devoluto alle prime necessità e alle cure mediche per gli animali. In un periodo in cui gli incassi sono azzerati, i costi di mantenimento di questa struttura rimangono attestati sui 10mila euro al giorno: nulla è cambiato infatti nella gestione del benessere animale e nelle cure quotidiane che vengono riservate loro dai keeper, dai veterinari e dagli etologi. “Abbiamo superato Cernobyl, le crisi energetiche e molti altri momenti di difficoltà. Ma mai una situazione tanto prolungata, che può mettere a rischio la sopravvivenza del Parco”, annuncia Cesare Avesani Zaborra.
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