Nella storica sede dell’ex Palazzo del Ghiaccio in Via Piranesi è passata agli archivi la quinta Edizione di “Live Wine”, importante e qualificata Manifestazione che domenica 3 e lunedì 4 Marzo ha visto oltre 150 produttori italiani ed esteri (francesi, spagnoli, con presenze anche da Paesi dell’Est Europa) che lavorano con metodi agricoli rispettosi della terra e della naturale vitalità del vino. Un grande evento , rivolto ai professionisti e al grande pubblico, con possibilità di acquistare le bottiglie che più ispiravano dopo le degustazioni libere e, previa antecedente prenotazione, dopo seminari guidati di approfondimento. Cibo e vino rappresentano, praticamente da sempre, un binomio indissolubile e i vini artigianali presenti a “Live Wine non possono che essere accompagnati da pietanze che siano in linea con la sua filosofia. Tra i banchi alimentari qui presenti abbiamo trovato formaggi italiani ed esteri a latte crudo risultato di accurati affinamenti, piatti e panini con salumi di prima scelta provenienti da allevamenti etici, un produttore emiliano di lumache, qui presentate in barattoli di latta già pronte per essere cucinate e consumate, quindi street-food espresso preparato con grande mestiere, taralli di produzione artigianale, olio, olive, sott’oli, cioccolato… e anche un grande caffè, espresso o filtrato, a seconda delle preferenze, anche in versione “verde” che ha riscosso tra i presenti (e devo dire, me compreso), particolare curiosità. Alcuni cenni sul concetto di Vino Artigianale che possiamo sinteticamente riassumere in quattro punti: È prodotto e imbottigliato da chi lo segue personalmente in vigna e in cantina; viene da un vigneto che non è stato trattato con prodotti chimici di sintesi; l’uva da cui proviene è stata vendemmiata manualmente; Non contiene additivi non indicati in etichetta. Secondo la Società di gestione della Manifestazione le preferenze e la conseguente scelta delle aziende vitivinicole da ammettere alla stessa dovrebbero attenersi a precisi parametri rispettanti una determinata filosofia produttiva: Limite di 50 mg/l di solforosa totale per i vini rossi (la legge ne permette fino a 150 mg/l); Limite di 70 mg/l di solforosa totale per i vini bianchi e rosati (la legge ne permette fino a 200 mg/l); Limite di 100 mg/l di solforosa totale per i vini dolci (i limiti di legge vanno dai 200 ai 300 mg/l a seconda delle tipologie). Lunga vita alle viti (scusate il “gioco di parole”) e alle produzioni più “naturali” possibili e naturalmente anche lunga vita a “Live Wine” e ad altre manifestazioni come questa.
Fabio Giuliani.
Vai articolo originale: http://www.giornaledelgarda.info/milano-live-wine-salone-internazionale-del-vino-artigianale/