Memoria analogica

Si discute molto di memoria digitale, di "impronte" indelebili che noi lasciamo in rete della nostra vita: pagamenti, email, commenti, iscrizioni a fornitori, telefonate, foto digitali, da qualche parte, anche dopo la nostra morte resteranno le nostre tracce nel cyberspazio.

Ho scoperto però che anche nella normale vita analogica accade lo stesso.

Nell'iscrivermi alla cooperativa dei musicisti, viene fuori all'ENPALS (l'ente previdenziale degli artisti) che ho una posizione già esistente: possibile che sia di quando suonavo da ragazzo? Quarant'anni fa?

Chiedo l'estratto conto contributivo ed ecco lì che riemerge dagli archivi della burocrazia un versamento per una decina di serate al Teatro Sociale (che si vede pretendeva che i musicisti fossero in regola) per i quali è stato versato il contributo: una serata nel 1970, tre nel 1971, cinque nel 1972: una traccia della mia vita di cui nulla sapevo, un'impronta lasciata, che qualcuno ha registrato e che la "memoria" della burocrazia ha diligentemente conservato e che i computer hanno scoperto, grazie al codice fiscale certamente ricalcolato in seguito in qualche processo di aggiornamento degli archivi.

E così eccomi "ricongiunto" a quel ragazzino di sedici anni coi capelli lunghi, gli stivaletti, i pantaloni a tubo e la camicia a fiori che suonava il basso al Cinema Teatro Sociale e che ora i capelli li ha ancora lunghi ma bianchi e suona il violoncello al Teatro del Castello di Padenghe.

In fondo sono ancora lo stesso, le mie cellule sono tutte cambiate molte volte il mio fisico è diverso, il contenitore è diverso, ma non sono cambiato, le mie passioni, le mie gioie sono le stesse e la memoria analogica è lì a ricordarmelo.

Prometto: niente stivaletti, pantaloni a tubo e camicia a fiori.

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2010/06/memoria-analogica.html

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