Dopo 42 anni di dedizione alla musica e alla direzione della Corale San Benedetto di Leno, Massimo Paioli ha deciso di concludere la sua carriera da maestro. Il commiato ufficiale avverrà domenica 20 ottobre, alle 16, nella parrocchiale di Leno, durante una celebrazione speciale animata dalla Corale San Benedetto e dalla Schola Cantorum di Bagnolo, diretta da Franco Cucchi. L’evento sarà impreziosito dall’esecuzione della Missa Brevis k 220 «Spatzenmesse» di Mozart, insieme ad altri brani scelti, e sarà diretto proprio da Paioli, in quello che sarà il suo ultimo concerto come direttore.
Massimo Paioli arrivò a Leno nel 1982, quando era insegnante di musica nella scuola media locale. La Corale San Benedetto era senza direttore e l’abate Capuzzi, su consiglio della preside Costanzi, affidò a Paioli l’incarico. «Iniziammo a parlare e subito dopo mi affidò la direzione della Corale», ricorda il maestro. Da allora, sono trascorsi oltre quarant’anni, durante i quali Paioli ha saputo costruire non solo un percorso musicale, ma anche forti legami umani. «Ringrazio uno a uno i coristi – afferma Paioli – perché con loro non abbiamo fatto solo musica, ma anche cultura. Siamo diventati una famiglia, condividendo successi e momenti difficili.»
La Corale San Benedetto vanta una lunga storia, ufficialmente fondata nel 1930, ma con radici che risalgono addirittura al XIX secolo. Lo storico Francesco Ziziola ha infatti scoperto documenti che confermano l’esistenza del gruppo già in quel periodo. «Alcuni membri della Corale cantano con noi dagli anni ’50», sottolinea Paioli, evidenziando come la dedizione alla musica sia stata tramandata di generazione in generazione. Oltre alla tecnica vocale, Paioli ha trasmesso ai suoi coristi valori come la passione, la dedizione e la capacità di vivere in armonia.
Come violinista, Paioli ha fatto vibrare numerose corde, ma ancor di più ha toccato le corde dell’anima. «Col suo coro, ha dato a tante persone la possibilità di gustare il bello», ricorda don Davide Colombi, evidenziando l’impatto profondo che la musica del maestro ha avuto sulla comunità. Ora, Massimo Paioli scende dal podio, ma sale nell’Olimpo dei simboli, come emblema di come la musica possa arricchire la vita e creare legami profondi e duraturi.
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