Marito violento condannato a quasi 5 anni di reclusione

Il Tribunale di Bergamo ha condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione un uomo di 45 anni residente a Villongo, sul lago d’Iseo, per maltrattamenti e lesioni ai danni della moglie. Il processo, condotto dalla pm Silvia Marchini, ha portato alla luce un incubo durato quasi 13 anni, durante i quali la donna ha subito continui abusi fisici e psicologici. La vittima, madre dei suoi figli, ha raccontato episodi di violenza estremi, comprese aggressioni durante la gravidanza. Nonostante la richiesta della difesa di assoluzione, il giudice ha confermato la colpevolezza dell’uomo, accogliendo la testimonianza della donna e di altri testimoni.

Vita familiare segnata dalla violenza

Secondo quanto emerso durante il processo, l’uomo, che ha sempre negato le accuse, avrebbe instaurato un clima di terrore in casa. La vittima ha subito violenze ripetute, con calci, pugni e oggetti scagliati contro di lei, anche durante la gravidanza avanzata. La donna ha descritto un’esistenza fatta di continui controlli e punizioni, con il marito che monitorava costantemente il suo smartphone e limitava ogni sua libertà. Ogni piccolo gesto, interpretato dall’uomo come un affronto o una disobbedienza, si trasformava in un pretesto per nuove aggressioni.

Condizioni disumane e privazioni

Uno degli aspetti più scioccanti emersi in aula è stato il racconto della vittima riguardo alle condizioni disumane in cui era costretta a vivere. La donna ha dichiarato che le era perfino vietato di lavarsi, arrivando al punto di non potersi fare una doccia o lavare i capelli prima di andare a lavoro. “Quando andavo a lavoro, non potevo lavarmi”, ha affermato durante il processo. Questo controllo ossessivo e le continue minacce avevano ridotto la vittima a vivere in uno stato di totale sottomissione e paura.

Il coraggio della denuncia e la fuga

La situazione è andata avanti per anni, fino a quando la donna ha trovato il coraggio di ribellarsi e denunciare. Il giorno in cui ha deciso di fuggire, portando con sé i figli, è stata nuovamente aggredita, colpita in faccia dall’uomo. Solo allora, grazie all’aiuto di amici e colleghi, è riuscita a lasciare l’abitazione e a denunciare il marito. La sua testimonianza, supportata dai referti medici e dalle dichiarazioni di conoscenti, ha permesso di portare l’uomo in tribunale.

Una condanna esemplare

Nonostante la difesa abbia cercato di minimizzare le accuse parlando di uno scambio reciproco di insulti e violenze, il tribunale ha riconosciuto l’unilateralità degli abusi e la gravità della situazione. La pm Silvia Marchini aveva chiesto inizialmente una condanna a 3 anni e 6 mesi, ma il giudice ha deciso per una pena più severa. Il 45enne è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione, una sentenza che vuole essere un monito contro la violenza domestica e un riconoscimento del coraggio della vittima.

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