Mangraviti: “Sto facendo terapie alla caviglia perché voglio esserci a qualsiasi costo”

Ai microfoni di Corriere Romagna, Massimiliano Mangraviti ha concesso tanti spunti in una lunga intervista che anticipa la partita del suo Cesena contro il Brescia, squadra dove il difensore è nato e cresciuto e che affronta per la prima volta da ex.

Prima di tutto Mangraviti ha esordito sulle sue condizioni fisiche: “Mi sono fatto male nel primo tempo, ho cercato di resistere fino alla fine, ma poi il dolore era troppo forte. Sto facendo tutte le terapie necessarie, perché io sabato ci voglio essere a qualsiasi costo.”

Poi ovviamente il discorso si è spostato sul Brescia: “Sono bresciano, mio papà mi portava a vedere gli allenamenti di Baggio e di Guardiola. Sono nato vedendo quella maglia e quei campioni a Erbusco, a due passi da Rovato, dove abitavo io. Purtroppo ero piccolo e ricordo solo immagini sfuocate, ma una cosa non l’ho mai dimenticata: il codino di Baggio. Mio papà mi diceva di guardare quel giocatore perché era un autentico fuoriclasse. Me lo sono goduto poco, ma non l’ho mai dimenticato. Poi sono cresciuto, papà mi ha portato in curva e il nuovo idolo era diventato nel frattempo l’Airone Caracciolo, che ho avuto la fortuna di avere poi come compagno. Ho fatto tutto il settore giovanile e a 17 anni sono salito in prima squadra, dove ho avuto la fortuna di esordire in B contro il Bari a 18 anni, nel Brescia di Boscaglia.”

Il difensore ha raccontato la sua esperienza in Serie A: “Sì, sono passato dalle partite con il Gozzano in Serie C all’esordio in Serie A contro l’Inter. Davanti avevo Lukaku e Lautaro Martinez, non esattamente due clienti semplici. Coronai il mio sogno già in estate, quando Corini scelse di tenermi e di non mandarmi nuovamente in prestito, ma il debutto contro i nerazzurri al Rigamonti resta l’immagine più bella della mia esperienza a Brescia.”

E infine Mangraviti ha voluto concludere citando Papetti e Cistana: “Papetti l’ho trovato in prima squadra, ma con Cistana ho cominciato a giocare quando avevo 10 anni, non ci siamo praticamente mai divisi e sarà bellissimo ritrovarsi da avversari. Ma di ex compagni ce ne sono davvero tanti, perché il gruppo è lo stesso di un anno fa.”

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