Mamma uccisa a calci e pugni, Ruben Andreoli non risponde al gip

Nell’interrogatorio davanti al gip nel carcere di Brescia si è avvalso della facoltà di non rispondere Ruben Andreoli, il 45enne che venerdì sera a Sirmione ha ucciso a calci e pugni Nerina Fontana, la mamma di 72 anni, morta poco dopo il trasferimento in ospedale. «È ancora troppo scosso e sotto choc» si è limitato a commentare l’avvocato Matteo Raffaglio che difende il 45enne.

Andreoli non ha spiegato che cosa ci fosse a monte dell’omicidio di Nerina Fontana: se l’imminente partenza per l’Ucraina con la moglie, e magari l’intenzione di trasferirsi là in pianta stabile, o tutt’altro. Al termine dell’interrogatorio di garanzia, il giudice delle indagini preliminari Giulia Costantino si è riservata la decisione su convalida e misura cautelare. Il magazziniere di Sirmione con la passione dei rally, difficilmente lascerà il carcere nelle prossime ore.

EMBED [Leggi anche]Si prolunga, dunque, il silenzio di Andreoli circa la causa della propria furia omicida. Una violenza che si è scatenata venerdì sera, quando, a mani nude ha massacrato di botte, calci e pugni la madre. Prima in salotto e poi sul balcone. Andreoli si è fermato solo dopo che dalla strada un passante ha gridato e chiamato i soccorsi. Quando medici, infermieri e carabinieri sono arrivati al civico 16 di via 24 Maggio, a Sirmione, le condizioni di Nerina Fontana erano disperate. La donna è poi morta poco dopo la mezzanotte proprio mentre il figlio si trovava davanti al sostituto procuratore di turno, Ettore Tisato, che gli ha contestato il reato di omicidio volontario. 

 

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