Accidenti mi sono accorto di aver scritto di getto più di mille parole e di non avere ancora parlato della Seconda Sinfonia come avevo promesso: ma è sempre così quando racconto ciò che mi appassiona.
Spezzo in due il racconto e provo ora a parlare della Seconda Sinfonia
Mahler era ebreo di origine, tra l'altro con una vita famigliare miserevole e piena di lutti di cui il più tragico sarà la morte della figlia di quattro anni. In tutte le sue sinfonie è sempre presente la riflessione sulla morte, sul senso della vita e la Seconda Sinfonia inizia addirittura con una marcia funebre.
Da ragazzo cantava nel coro si una chiesa cristiana e lo affascinava quella musica ma poi il contrasto tra i valori delle due religioni lo turbò ancora più a fondo fino a convertirsi al cristianesimo rifiutando come artista l'idea che non ci fosse nulla dopo la morte, insopportabile per lui che voleva raccontare con le sue sinfonie la bellezza della natura e che non poteva essere stata creata solo per disfarsi nel nulla.
L'idea cristiana della resurrezione lo affascinava, la trovava consolante e la seconda sinfonia si chiama appunto "Resurrezione" ed è la sua risposta alla domanda: c'è vita dopo la morte? Sì si rinasce.
La sinfonia apre con una marcia funebre che in fondo pone la domanda: e dopo? Ascoltate per bene i temi ricorrenti (li ritroverete poi nei successivi movimenti) gli servono per riportare di tanto in tanto la domanda: ma la morte è definitiva? E' un movimento molto lungo, 20 minuti (Abbado) ma anche 25 (Bernstein) e in origine veniva fatta addirittura una pausa prima dei successivi movimenti per consentire al pubblico di "riprendersi".
Il secondo movimento è un "Laender" un ballo popolare austriaco, una di quelle musichette che ascoltate in sottofondo negli alberghi in AltoAdige. Rappresenta il ricordo della vita spensierata della persona di cui si è appena svolto il funerale. A differenza del primo movimento e del terzo che segue, è lento e leggero proprio per creare il contrasto con la situazione che ha voluto creare fin dall'inizio.
Il terzo movimento è uno "scherzo" realizzato orchestrando un brano che lui aveva già composto nella sua raccolta " Il corno magico del fanciullo" i cui brani saranno utilizzati qui, nella terza e nella quarta sinfonia. In questo movimento trovate tutti i suoni "strani" della musica mahleriana, i riferimenti alla musica yiddish, le dissonanze, il sarcasmo, le modulazioni e i cambi di tonalità sorprendenti. E' un riferimento alla contraddittorietà della vita. E verso la fine con una uscita potente si sente il "Pianto di disperazione" che Mahler chiamava anche il "Grido stridulo della morte", un accordo dissonante che poi si dissolve con violoncelli e contrabbassi che riprendono il tema iniziale e accenni del Laender del secondo movimento.
Il quarto e il quinto movimento sono i "pezzi forti della sinfonia" per cui entrano in gioco il coro e i solisti. Il movimento intitolato "Urlicht" (luce primordiale) si apre con un canto dolcissimo che a me fa sempre venire un brivido alla schiena
O Röschen rot! O rosa rossa
Der Mensch liegt in größter Noth! L'uomo vive in grande bisogno
Der Mensch liegt in größter Pein! L'uomo vive in grande pena
per poi finire con
Ich bin von Gott und will wieder zu Gott! Vengo da Dio e devo tornare da Dio
Der liebe Gott wird mir ein Lichtchen geben, L'amore di Dio mi dà una piccola luce
Wird leuchten mir bis in das ewig selig Leben! Che mi illuminerà la vita per l'eternità.
E' quindi l'enunciazione di quello che si svolge poi nel finale della sinfonia: no, la morte è solo un passaggio ad un'altra vita. (Da notare la parola EWIG, "per sempre" che ritroveremo nella nona sinfonia quando parlerà della sua morte)
Il quinto movimento, anch'esso di più di mezz'ora, è una rielaborazione in diversi tempi, tonalità orchestrazione, di tutto il materiale che abbiamo ascoltato in precedenza. Si apre con il "Pianto di disperazione" che avevamo ascoltato nel terzo movimento e poi sviluppa piano piano diversi temi: il primo si sente nei corni (suonano lontani, sono in effetti fuori dal palco) e sono il contrasto tra il Dies Irae più volte elaborato nel primo movimento e il tema della Resurrezione che verrà poi ripreso alla fine e tutto Il materiale sonoro che viene presentato verrà poi sviluppato dal coro fino all'apoteosi finale.
Due rulli di tamburo e il gong annunciano la marcia della morte (potete vedere tutti i "cattivi " del cinema che vi pare, da Saruman a Darth Veder) e ci sono interazioni tra l'orchestra e gli strumenti dietro le quinte, quasi una lotta tra la morte che annienta e una possibile luce.
Il coro entra pian piano (richiamato dal corno e da trombe dietro le quinte) dolcissimo, sembra un canto di una processione che viene da lontano ma che vediamo distintamente
Aufersteh'n, ja aufersteh'n Risorgere, sì risorgere
Wirst du, Mein Staub, Lo farai tu o mia polvere
Nach kurzer Ruh'! Dopo un breve riposo
Unsterblich Leben! Unsterblich Leben Vita immortale, vita immortale
wird der dich rief dir geben! Chi ti ha chiamato ti darà
E' tutto un crescendo lentissimo, che costruisce una grande tensione emotiva verso l'apoteosi finale e la sostanziale risposta positiva che Mahler dà alla domanda iniziale. Mahler aveva preso il testo della prima parte del recitativo da un poema di Klopstock ma poi aggiunge sue parole al testo e possiamo credere che sia il suo personale punto di vista e mi pare illuminante
O glaube Credici
Du wardst nicht umsonst geboren! Non sei nato inutilmente
Hast nicht umsonst gelebt, gelitten! Non hai vissuto e sofferto inutilmente
Was entstanden ist Ciò che è stato creato
Das muß vergehen! Deve morire
Was vergangen, auferstehen! Ciò che muore risorge!
Il finale è proprio da ascoltare a occhi chiusi, cogliendo il contrasto tra i pianissimi quasi sussurrati e le uscite possenti del coro, intersecati da ripetizioni orchestrali che sono così cariche di passione amorosa e di gioia intima che ci fanno pensare alla migliore musica del melodramma italiano.
Fino all'aopetoesi e sempre per stare al tema cinematografico potete immaginarvi il finale di Guerre Stellari o del Signore degli Anelli o tenervi bene a mente la faccia di Bernstein quando dirige il passaggio finale (video su You Tube):
Mit Flügeln, die ich mir errungen Con le ali che mi sono conquistato
Werde ich entschweben. Mi librerò nell'aria
Sterben werd'ich, um zu leben! Morirò per poter vivere!
Aufersteh'n, ja aufersteh'n Risorgerai si risorgerai
wirst du, mein Herz, in einem Nu! mio cuore in un istante
Was du geschlagen ciò per cui hai lottato
zu Gott wird es dich tragen! ti condurrà a Dio!
Anche per i non credenti è uno squarcio su una visione trascendentale della vita che invita chiunque a gioire dell'apoteosi della bellezza che ci circonda di cui siamo parte integrante e con cui siamo connnessi e in fondo se dopo aver ascoltato il finale (o prima se preferite) vi guardate il video su Ted di Jill Bolte Taylor, capirete cosa intendo.
In fondo trovo che il finale di questa sinfonia e il tema che affronta vadano bene per chi "crede" non importa in quale religione o scienza, per gli ottimisti, non certo per i pessimisti e gli sfiduciati perchè Mahler, nonostante affronti sempre temi pesanti, sia pervaso dalla riflessione sulla morte, finisce sempre le sue sinfonie in positivo e quindi più che suonare il tema della morte, secondo me la sua musica è il canto della vita.
Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2010/12/mahler-riflessioni-2.html