Madame Sisì: «Discoteche penalizzate e regole impossibili»

«I giovani hanno bisogno di ballare». È con questa semplice quanto granitica convinzione che si è rimessa l’iconica parrucca bionda, Madame Sisì, ed è risalita sui tacchi. Sabato sera il suo Art Club Disco di Desenzano ha ripreso vita, come gran parte delle discoteche bresciane, dopo l’ennesima chiusura decisa dal Governo alla vigilia delle feste natalizie.

La celebre drag queen della movida gardesana, al secolo Carlo Tessari, ci accoglie nel suo locale notturno per la grande riapertura. Sono le 23.30 e davanti all’ingresso c’è già una discreta fila di giovani che attendono, trepidanti, di potersi scatenare sulla pista da ballo. Madame ci aspetta in camerino, dove veniamo scortati, non prima di aver esibito il super green pass.

«Finalmente si torna alla normalità – esordisce la “badessa” dell’Art -. Sono molto delusa da questo atteggiamento un po’ discriminatorio del Governo, perché quando il virus galoppava eravamo gli unici a essere chiusi. Una pandemia si supera tutti insieme». Non le manda a dire Carlo Tessari, che in più occasioni si era già espresso contro provvedimenti ritenuti poco equi e contro ristori poco adeguati. «I giovani hanno bisogno di scaricare le tensioni e di tornare a ballare – aggiunge poi Madame, tra una spruzzatina di lacca e un ritocco al trucco -. Certo, in sicurezza. Noi, per esempio, abbiamo dei macchinari che producono 7.700 litri di aria al secondo e che garantiscono un grande ricircolo. Poi è importante che il locale sia igienizzato nel modo corretto, che il personale sia attento e che noi stessi diamo il buon esempio. I giovani si comporteranno di conseguenza».

Del resto, ora come non mai, la sfida è riuscire a destreggiarsi tra la voglia di divertirsi e il rispetto delle regole che normano le serate danzanti. Regole che in molti, in tutta Italia, hanno già da tempo definito contraddittorie e difficili da applicare. «Credo quasi impossibili – confermerà all’indomani Lorenzo Tiezzi, blogger e ufficio stampa di numerosi locali notturni bresciani -, perché nessuna attività può stare in piedi con il 50% del fatturato. Poi mascherine e distanziamento sono difficili da mantenere».

Ci spostiamo sulla pista dell’Art, dove la cassa batte imperiosa, mentre le luci colorate sorvolano teste e braccia che si inchinano, frenetiche, a quel rimo assordante. Il popolo della notte a lungo aveva atteso questo momento, ma capienza e distanziamento restano i principali nodi da risolvere, in un mondo – quello delle disco – che fa di numeri e aggregazione due dei pilastri fondamentali per la buona riuscita delle serate. Usciamo dal locale a mezzanotte e mezza. Ancora qualche minuto e sul palco andrà in scena lo spettacolo di drag queen ispirato al Festival di Sanremo.

È il clou della serata e la coda fuori dalla discoteca gardesana si è fatta ancora più lunga. In coda. «La voglia di ballare è più forte della paura dei contagi?» chiediamo a un gruppetto di ragazzi in fila. Mai quesito fu più retorico. «Un po’ di paura sicuramente c’è – risponde Nicoletta -, però c’è anche tanta voglia di divertirsi». Più impavido è invece Francesco: «I contagi sono calati, adesso ci divertiamo». Dello stesso avviso anche Diego: «Il virus è l’ultima delle mie paure. Dopo tutto questo tempo con le discoteche chiuse, vince la voglia di ballare». E su questa, speriamo, il buonsenso.

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