Contro i Daspo arrivano i ricorsi: gli attivisti No Tav hanno appena depositato in municipio i primi ricorsi contro i provvedimenti emanati all’indomani dell’ormai famigerato convegno di Coldiretti del 17 gennaio.
I tredici ordini di allontanamento non sono stati affatto digeriti dai No Tav, che per 48 ore hanno avuto divieto di accesso al centro storico lonatese per aver «disturbato» il convegno in corso nella sala celesti del municipio: «Non abbiamo intenzione di sottostare agli atteggiamenti intimidatori e repressivi della giunta lonatese – sottolineano gli attivisti -. I tredici Daspo non sono solo un’azione politica gravissima, che vuole minare il diritto democratico di dissenso e di protesta, ma sono il frutto di una ricostruzione falsa di quanto accaduto il 17 gennaio».
La versione dei No Tav continua ad essere la medesima: «La nostra presenza all’interno della sala è stata dal principio silenziosa e rispettosa dell’incontro che si stava svolgendo. Solo dopo l’improvvisato «servizio d’ordine» improvvisato per coprire la nostra presenza e l’aggressione dell’assessore Vanaria, abbiamo fatto sentire con forza la nostra voce e contestato l’incontro. Un’azione, tra l’altro, durata poco e conclusa spontaneamente».
I ricorsi appena presentati, infine, «seguono la partecipatissima fagiolata organizzata all’Arci Marchini: dimostrazione che i No Tav non solo soli».
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