L’imprenditrice russa sul Garda: «Pronti a ospitare ucraini»

Non litighiamo tra di noi. È un appello accorato quello di Ilmira, imprenditrice di origine russa che vive a Sirmione, da anni titolare di un’agenzia immobiliare nella cittadina gardesana. «Da anni abbiamo una chat, la amministriamo in tre, aperta molto prima che ci fosse questa crisi drammatica nel cuore dell’Europa. Nel gruppo Whatsapp ci sono persone di origine russa, ucraina, moldava. Insomma, non ci dividiamo mai per nazioni di provenienza: era un modo semplice e comodo per rimanere uniti e scambiarci informazioni. Quando la crisi tra Russia e Ucraina ha portato alle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, ho dovuto chiudere i commenti e far sì che solo l’amministratore potesse inviare messaggi per non litigare ed evitare che qualcuno scrivesse considerazioni e commenti pesanti. Direi che in qualche modo siamo riusciti a calmare le acque, almeno in chat». Ilmira non si è persa d’animo, perché è convinta che tutti, ma proprio tutti, siamo coinvolti nella tragedia di questa guerra.

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«Tant’è che ci sono molte famiglie russe che hanno messo a disposizione dei profughi ucraini le loro case sul lago di Garda: sono disposte ad accogliere chi arriva ed ha bisogno di essere ospitato» aggiunge. Speranze. «Voglio essere d’aiuto agli ucraini e a tutti quelli che hanno bisogno, senza distinzione di luoghi di provenienza e senza creare tensioni – continua -. Se iniziamo a litigare tra di noi, che viviamo in Italia, è davvero finita, soprattutto a livello umano. Sono di origine russa, ma non sono stata io ad invadere l’Ucraina, a lanciare le bombe. La guerra finirà, questo è certo, e dopo? Dopo dovremo continuare a vivere, ad avere contatti gli uni con gli altri. Se oggi ci sono ucraini che mi insultano e mi dicono parole offensive, posso capire che sono dettate dalla rabbia».

Ilmira vive da anni in Italia e le si gela il cuore al solo pensiero che i suoi figli debbano andare a combattere. «Loro sono italiani, è vero. Ma ci penso e penso a tutte le madri che hanno i figli al fronte e soffro insieme a loro. Non riesco nemmeno ad immaginare i miei ragazzi in guerra. Solo il pensiero mi fa impazzire». E sottolinea: «Credo sia fondamentale che tutte le persone che vivono qui, siano esse di origine ucraina o russa, si sforzino di rimanere umane. Putin? Noi persone normali non sapremo mai come stanno realmente le cose. Non sapremo mai la verità. Quello che so è che nessuno di noi vuole la guerra, proprio nessuno. Ed adesso abbiamo paura per le conseguenze di questa tragedia».

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