Invitato all’interno del corso di web writing della laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo (STARS) dell’Università Cattolica ho tenuto una lezione sui blog soffermandomi nella seconda parte in particolare ad analizzare e aprendo un confronto di idee sulla mia esperienza personale e i miei errori in relazione al “caso San Felice“, che ha visto il mio blog fortemente coinvolto.
Devo ammettere che la reazione degli studenti mi ha sorpreso e in parte anche un po’ spaventato.
Ma andiamo per gradi; ho raccontato la vicenda analizzando in particolare gli aspetti critici che mi sono trovato ad affrontare nella gestione del blog.
Ho raccontato come il tutto è nato per caso, semplicemente perchè io stesso ero stato contagiato dall’epidemia, percepivo però dai racconti che in paese la situazione era molto diffusa e seria, e non avendo informazioni dai media tradizionali e neppure dalle autorità competenti, mi sono messo a scrivere fatti e notizie di cui venivo a conoscenza, tutto lì.
Ciò è però stato l’inizio di una bufera che non avrei mai immaginato e che mi sono sentito impreparato ad affrontare, con giorni con oltre 5.000 visitatori unici e 17.000 pagine visitate, oltre 200 tra commenti ed email quotidiani sull’argomento (una enormità per un blog), con la sensazione e la responsabilità di sentirmi mio malgrado di svolgere una sorta di servizio pubblico, con la difficoltà nel gestire le tensioni e la rabbia, con i dubbi sull’uso di un media a visibilità globale come Internet per trattare una vicenda locale e localizzata, ecc.
Le valutazioni degli Studenti
Dopo aver ascoltato la mia relazione, da studenti ventenni mi aspettavo posizioni barricadiere del tipo la verità e i fatti sempre comunque e ad ogni costo.
Invece con varie sfumature mi ha sorpreso trovare una valutazione pressoché unanime che è stato giusto dopo la prima fase “mollare la presa”, anche in assenza della verità sulla vicenda, lasciando così che essa segua il suo corso e nell’auspicio che la verità stessa emerga naturalmente.
Mi ha molto preoccupato sentire ragazzi ventenni confessarmi che avrebbero avuto timori nell’esprimere valutazioni soprattutto sull’operato delle autorità, che da due anni a questa parte sentono che il clima in Italia è cambiato, che sognavano di fare il giornalista ma che il clima che percepiscono gli ha fatto cambiare idea, ecc.
Mammamìa (mi sono detto), ovviamente mi sono affrettato a rassicurarli che benché ci siano state valutazioni critiche, nessuno mai in tutta questa vicenda mi ha contattato o fatto pressioni di alcun tipo, anzi, tutti i soggetti coinvolti (ASL, Garda Uno, Sindaco, ecc.) hanno avuto con me un atteggiamento sempre cortese, corretto, disponibile e talvolta ho avuto anche attestazioni di stima, pur nella diversità delle opinioni in merito alla vicenda.
Ma questa dovrebbe essere a mio avviso la normalità, la base della democrazia, il confronto aperto di idee e opinioni nel rispetto dei ruoli, ma evidentemente dalla reazione dei ragazzi non sempre è così ed evidentemente il “caso San Felice” è da questo punto di vista fortunato, con un confronto schietto ma sostanzialmente corretto.
Quello con gli studenti è stato un confronto molto interessante, ma certo però non posso nascondere che mi ha decisamente preoccupato e fatto riflettere vedere ragazzi un po’ intimoriti dalla società in cui viviamo, proprio nell’età in cui la tensione ideale verso verità e giustizia dovrebbe essere massima e incondizionata.
Vai articolo originale: http://garda2o.wordpress.com/2009/11/18/lezione-universitaria-sui-blog-e-sul-caso-san-felice/