Il diritto di critica è stato ampiamente superato. Trasformandosi in diffamazione. È la convinzione del tribunale civile di Brescia che ha messo la parola fine al braccio di ferro tra Alessandro Mattinzoli, oggi assessore regionale, all’epoca dei fatti sindaco di Sirmione e candidato al Pirellone, e Giordano Signori, ex componente della giunta comunale del paese gardesano e condannato nella veste di direttore responsabile del periodico «Il Puzzle».
Deve risarcire Mattinzoli con un assegno da 6.800 euro oltre agli interessi legali. «Darò tutto in beneficenza fino all’ultimo centesimo ad Anfass e alla Fondazione Laudato si’», annuncia Mattinzoli. È stato riconosciuto il danno per diffamazione nei suoi confronti, ma non verso il Comune di Sirmione.
Al centro del caso, approdato davanti al giudice Elisabetta Sampaolesi, ci sono nove articoli, scritti da Signori tra maggio 2015 e fine 2016, che, si legge nella ricostruzione in sentenza, «descrivevano l’amministrazione comunale come un comitato d’affari gestito da Mattinzoli» con commenti e giudizi, e vere e proprie offese. Non solo verso il politico Mattinzoli ma nel mirino era finito anche l’uomo e il privato cittadino.
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«Ho esercitato il diritto di critica», aveva provato a difendersi Signori. Dura la replica del giudice: «Non può certo parlarsi di legittimo esercizio del diritto di critica, dato che molte delle espressioni utilizzate mirano soltanto a denigrare il sindacoe, pertanto, travalicano il limite della continenza. Espressioni denigratorie e sovrabbondanti rispetto al fine della cronaca del fatto e della sua critica, oltre che sproporzionate in rapporto all’esigenza di evidenziare quanto accaduto. Esse sono un gratuito attacco morale alla persona del sindaco».
Per quantificare il risarcimento, il tribunale ha tenuto conto della diffusione a livello locale del periodico di Signori, e del fatto che, nonostante gli articoli diffamatori, Mattinzoli è stato comunque eletto in Regione. «Evenienza – scrive il giudice – che induce a ritenere che la reputazione di cui godeva non è stata minata, quanto meno tra le persone che lo hanno votato». Soddisfatto l’attuale assessore regionale lombardo.
«Non la considero una vittoria, ma un risarcimento morale soprattutto per la mia famiglia che ha dovuto subire attacchi personali», ha commentato Mattinzoli, aggiungendo: «La giustizia ha sottolineato che deve esserci un limite ai giudizi, anche nel rispetto delle istituzioni».
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