Durante gli incontri ed i dibattiti cui partecipiamo per discutere i temi del PIL superfluo e della cultura del BIL, ci capita spesso di trovare forti resistenze attorno a questo concetto.
Solitamente ci si fa notare che gli stipendi sono già bassi, e non si riesce ad arrivare a fine mese (tendenzialmente da parte di chi è vicino al sindacato), piuttosto che solo con un maggior reddito si può assicurare maggior consumo (tendenzialmente chi è vicino alla parte datoriale), piuttosto che non serve avere più tempo libero se non si ha il reddito per poter comprare ciò che serve per godere del tempo libero (tendenzialmente chi ha figli da portare al cinema,in pizzeria o ai parchi di divertimento).
Tutte affermazioni in linea di principio corrette ma a nostro avviso parziali.
Esistono altri punti di vista e durate gli incontri cerchiamo di dimostrarlo chiedendo se fra i presenti c’è qualcuno che in occasione del proprio rinnovo contrattuale sarebbe interessato, piuttosto che ad un aumento diciamo del 5% a poter vedere riconosciuto un aumento pari a 5 giorni (una settimana) di ferie.Ebbene fino ad oggi in media un 10% dei partecipanti ai nostri incontri si dice interessato a questo secondo aumento.
Solitamente si tratta di persone che hanno importanti interessi al di fuori del proprio mondo lavorativo, oppure persone già affermate che hanno finito di pagare il mutuo della casa e che -proprio in virtù del proprio ruolo lavorativosi vedono costretti spesso a non poter godere neppure delle ferie contrattualmente previste. Ci sono però anche numerosi giovani, fortunati ad avere un posto fisso -spesso in grandi aziende o nella Pubblica Amministrazione- che anche se hanno stipendi non elevatissimi rinuncerebbero ad un 5% di aumento in cambio di 5 giorni in più di libertà dal lavoro.
Ovviamente solitamente cìè sempre chi da del pazzo a noi, ed a quanti accetterebbero questa ipotesi, ricordando che ci sono i precari (sottopagati) che sono part-time per forza e che questi discorsi non li vogliono neanche sentire oppure padri di famiglia che si suicidano perchè non riescono a pagare le bollette.
Il dibattito è sempre molto animato fino a quando non cerchiamo di tirare le fila con le seguenti considerazioni.
Immaginate un grosso comune con 500 vigili urbani (a noi risulta che esistano solo una decina di Città italiane in questa situazione, il caso è limite, ma serve solo a chiarire che, almeno in qualche caso quanto segue può essere immediatamente applicato) e supponete che il 10% di questi (50 lavoratori) sia interessato ad aderire all’ipotesi di stare a casa una settimana in più ogni anno invece che avere il 5% di aumento.
Quelle Amministrazioni Comunali se aderissero alla richiesta di questi loro dipendenti avrebbero da riorganizzare i turni per coprire 50 settimane di lavoro non più erogate dai loro dipendenti e potrebbero farlo "semplicemente" assumendo un nuovo vigile (i numeri, ed i concetti, sono approssimati per semplicità, ma se continuerete a seguire il discorso vi accorgerete che l’idea sottesa continua ad essere valida pur con queste approssimazioni).
A fronte dell’onere di dover pagare ogni mese uno stipendi in più quelle amministrazioni però avrebbero risparmiato il 5% della retribuzione di 50 loro dipendenti, e quindi 2,5 stipendi al mese, con un risparmio di 1,5 stipendi al mese utilizzabili ad esempio per assumere un altro vigile a tempo pieno (o un’insegnante di scuola materna, o un assistente sociale, o……..) ed una persona che lavorando part time al 50% vada in giro fra i vigili a cercare di convincerli ad aderire a questa stravagante proposta ! ! !
E si noti bene, il PIL in questo modo non è neppure diminuito. Il reddito è stato semplicemente redistribuito, evitando di aumentarlo a chi l’avrebbe utilizzato molto probabilmente in consumi "superflui" per renderlo disponibile a chi altrimenti (disoccupato) non ne avrebbe avuto a sufficienza per consumi "di base".
A questo punto ci chiediamo:
Visto che una domanda "diversa" proviene dai lavoratori, perchè nessun sindacalista è disponibile a considerare anche queste istanze nelle piattaforme sindacali di rinnovo contrattuale?
Roberto Lorusso e Nello De Padova
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