L’architetto bresciano: «Io, da Moniga a Chelsea progettando giardini»

Piante mediterranee, ma ossatura inglese. Un ingresso di ghiaia con agave e piante secche; un’area centrale conviviale; e poi una grande vasca d’acqua, che dà su due poltrone all’ombra di un fico. Si presenta così uno dei Santuary Garden presentati al Chelsea Flower Show di quest’anno: l’ha progettato un architetto paesaggista bresciano.

Si chiama Filippo Dester, viene da Moniga del Garda ed è «nato tra le piante», sorride. La sua famiglia, infatti, ha un garden center sul lago: è lì che è nata la sua passione, che, passando per l’Università di Venezia e per un tirocinio inglese, l’ha portato proprio alla fiera di Chelsea, gli Oscar dei giardini.

«Sono a Londra dal 2017 – ci racconta -. Durante l’università ho accettato uno stage qui, alla fine del quale mi è stata offerta una posizione. Da allora lavoro per il Garden Club London».

Non stupisce di essere finito proprio nel Regno Unito: lì la cultura paesaggistica è decisamente spiccata. «La passione per il giardino (anche progettato, non solo prato e siepe) è forte – conferma -. In particolare a Londra: è pieno di opportunità e anche chi studia può fare esperienza con una rapidità diversa».

EMBED [La grande vasca all’ombra di un fico]

La situazione

«In Italia? Sembra che le cose stiano cambiando – commenta Filippo Dester -, anche perché molti stranieri acquistano proprietà. La richiesta di paesaggisti prima era ridotta: l’unica possibilità erano i grandi progetti e i restauri dei giardini storici». Lì, invece, Dester può sbizzarrirsi, applicando il suo stile mediterraneo (dal punto di vista delle piante) ad un’architettura più audace.

«Nei miei lavori – racconta l’architetto paesaggista gardesano – c’è un forte legame con l’architettura silente, o con le linee che danno struttura al giardino. Ma resta uno stile naturalistico: il modo con cui utilizzo le piante non è formale o troppo organizzato. Lo dimostra anche il giardino per il Chelsea Flower Show: mediterraneo, ma con una piantumazione tipicamente inglese, che richiama il cottage garden».

EMBED [Il tavolo, simbolo di convivialità]

Anche se lo studio per cui lavora è avvezzo ai premi, è la prima volta che un progetto per lo Show porta il suo nome. Grazie ad uno sponsor privato: l’agenzia immobiliare Hamptons, che, dopo aver lavorato l’anno scorso con il Garden Club London (sempre per il Chelsea Flower Show) ha chiesto a Dester di progettare il giardino di quest’anno.

«Nel 2022 il giardino parlava delle conseguenze del Covid (con il focus sul lavoro da casa: il giardino era visto come l’estensione dell’interno, una stanza all’aperto). Anche ora – conclude Dester – c’è questa narrativa, ma con un focus sulla convivialità: ecco perché la cucina e il tavolo centrali».

EMBED [Box newsletter BRESCIANI] 

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